Tempi bui per l’economia toscana. Nel 2012 il Pil è calato del 2,1% (2,4% in Italia), e senza interventi strutturali in grado di rilanciare soprattutto gli investimenti sarà difficile prevedere in tempi rapidi il ritorno ad una crescita significativa.
La ripresa è rimandata al 2015 La conferma arriva direttamente dal rapporto sull'economia regionale elaborato da Irpet e Unioncamere Toscana, presentato oggi a Firenze. Per i ricercatori la fine della fase recessiva è rimandata al 2014 e solo nel 2015 si potrà ritornare ad un aumento del Pil. L'export (+3,9% contro il +1,7% nazionale) si conferma motore della crescita regionale: la Toscana è la regione che più ha recuperato dopo la crisi del 2008, tanto che oggi il suo peso sull'export nazionale (8,3%) è ritornato ai massimi storici toccati nel 1994. Tuttavia il loro peso sulla domanda totale resta inferiore al 30%, in uno scenario in cui il potere d'acquisto delle famiglie toscane si è ridotto di circa il 4% nel solo 2012. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,8%, ma sommando anche i lavoratori in Cig e chi non cerca un impiego, pur desiderandolo, si arriva all'11%.
La ricetta del Consiglio regionale alla crisi Riformare lo strumento pubblico regionale per la promozione ed internazionalizzazione delle imprese, «perché se la ripresa dipenderà ancora dall'export sia possibile incrementare la presenza toscana sui mercati esteri». Aggiornare il quadro normativo regionale in materia di governo del territorio, affinché sia chiaro ed univoco, «perché solo così si potranno attrarre investimenti, con la chiarezza delle norme e delle procedure, in un'ottica di recupero e riuso che salvaguardi il territorio». Proseguire con la semplificazione, «magari attraverso stati generali in cui vi sia un confronto fra Regione e necessità delle imprese». Sono alcune delle linee di azione presentate da Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale della Toscana, intervenuto alla presentazione del rapporto . Dal presidente Monaci, anche il riferimento alla pressione istituzionale «perche' l'agenda del governo, di questo governo, metta priorità a fisco e costo del lavoro per le imprese e anche al rilancio della sanità toscana come fattore di Pil, attraverso una riorganizzazione che liberi risorse per investire sulle eccellenze per attrarre risorse dall'esterno».