impreseFra il 1° luglio ed il 30 settembre, le iscrizioni al Registro Imprese in Toscana sono state 4.541, in diminuzione del 15,7% rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre le imprese cessate (non d’ufficio) sono state 3.767, in calo del 4,7%. Sebbene il numero di iscrizioni abbia superato quello delle chiusure, va sottolineata la forte contrazione della natalità d’impresa, che in Toscana risulta più accentuata anche rispetto alla media nazionale. A ciò si aggiunge un altro segnale poco incoraggiante, costituito dall’aumento del numero di aziende toscane entrate in scioglimento e liquidazione: 1.124 (+62 rispetto al trimestre luglio-settembre 2015), mentre di segno contrario è il numero di fallimenti e concordati registrati in questo periodo, che indica un’attenuazione del fenomeno delle crisi aziendali: sono stati infatti 217 i fallimenti, in calo di 21 unità rispetto all’analogo periodo del 2015 (per una variazione del -8,8%), e 29 le aziende che hanno aperto concordati fallimentari/preventivi o accordi di ristrutturazione dei debiti (13 in meno rispetto al III trimestre 2015). Considerando il bilancio degli ultimi 12 mesi (ottobre 2015-settembre 2016), il saldo fra iscrizioni e cessazioni, pur restando positivo per 2.785 unità, scende al di sotto di “quota 3mila”: il tasso di crescita imprenditoriale, che alla fine del primo trimestre del 2016 aveva raggiunto il +1%, conosce di conseguenza un nuovo rallentamento, scendendo al +0,7%. Sono questi alcuni dei principali risultati contenuti nell’ultimo report dell’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, che aggiorna i dati sulla nati-mortalità imprenditoriale al terzo trimestre 2016.

Incertezza in Toscana «I numeri che presentiamo – commenta il Presidente di Unioncamere Toscana, Andrea Sereni – fotografano la fase di incertezza che caratterizza l’attuale contesto congiunturale. I processi di creazione di nuove imprese richiedono infatti prospettive economiche favorevoli: la drastica riduzione delle nuove iscrizioni registrata fra luglio e settembre risente, al contrario, di un quadro di aspettative che negli ultimi mesi si sono fatte meno incoraggianti. Alla base di tale incertezza risiedono non soltanto condizioni dei mercati internazionali meno confortanti rispetto al recente passato, ma anche un quadro interno condizionato dai recenti eventi calamitosi e dalla fase di attesa che precede la prossima tornata referendaria. È importante che la politica ritrovi quanto prima le condizioni per operare ed approvare, già con la prossima legge di stabilità, provvedimenti a sostegno dell’economia reale: per ridare credito alle aziende, per incentivare la costituzione di nuove imprese, per favorire l’assunzione e la transizione scuola-lavoro delle migliaia di giovani in cerca di un’occupazione, per semplificare la vita ad imprese e cittadini».

Imprese: femminili, giovanili e straniere In Toscana le imprese femminili sono oltre 95mila, il 23% del sistema imprenditoriale. Rispetto a settembre 2015, si registra un incremento dell’1,2%, pari ad un saldo positivo di 1.091 unità. Ad aumentare sono le società di capitali (+4,4%, +772) e le ditte individuali (+0,7%, +404). Nel trimestre in esame, il tasso di crescita delle imprese femminili (+1,2%) è stato pari al doppio di quello registrato per le imprese non femminili (+0,6%). Le imprese giovanili (quasi 37mila) – l’8,9% del tessuto imprenditoriale regionale – risultano invece in contrazione (-2,7%), con un saldo negativo di oltre mille unità rispetto a settembre 2015. A diminuire sono le ditte individuali (mille aziende in meno) e le società di persone (-119), aumentano invece le società di capitali guidate da under 35 (+2,1%, +115 unità). Alla contrazione di imprese guidate da giovani con meno di 35 anni si contrappone inoltre una crescita delle imprese over-35 dell’1,1%. Le imprese straniere (oltre 53mila), che rappresentano il 12,8% del sistema imprenditoriale toscano, sono aumentate infine del 3,6% (+1.873 aziende). L’incremento è riconducibile soprattutto alle ditte individuali (+1.144, +2,7%), anche se le società di capitali restano le più dinamiche in termini percentuali (+11,8% per un saldo positivo di 590 imprese). L’imprenditoria straniera continua inoltre a manifestare una più accentuata dinamicità nei processi di creazione d’impresa rispetto alla componente italiana, che cresce solo dello 0,3% (+1.066 aziende).

I settori di attività La crescita del tessuto imprenditoriale toscano è riconducibile soprattutto ad agricoltura e terziario. I servizi, che in Toscana raccolgono oltre 238mila imprese, registrano quasi 3mila aziende in più rispetto a fine settembre 2015 (+1,1%). Il settore turistico (alberghi, ristoranti e agenzie di viaggi) continua ad espandersi, arrivando a contare quasi 35mila imprese (+800 rispetto a settembre 2015). Anche le attività del commercio, che con 102mila imprese costituiscono circa un quarto del sistema imprenditoriale regionale, contribuiscono in maniera positiva alla crescita della regione (+300 esercizi nell’ultimo anno), ma più rilevante risulta l’apporto delle attività di noleggio e supporto alle imprese e dei servizi alla persona, che insieme mettono a segno una saldo di mille aziende in più. Si espandono a ritmo deciso anche i comparti dell’informatica (+150) e dell’immobiliare (+193). Le uniche attività dei servizi che non si stanno espandendo sono quelle di trasporto-magazzinaggio (-48 aziende) e dell’informazione-comunicazione (-21). Il terzo trimestre dell’anno conferma inoltre la tendenza all’aumento delle imprese nell’agricoltura (41mila registrate, pari al 10% del totale regionale), con un saldo fra entrate e uscite molto positivo (+713 unità) dopo anni di costante contrazione. Su valori stabili invece le imprese operanti all’interno dell’industria (in senso stretto), dove si registra un calo di 16 imprese nell’estrattivo e lievi aumenti sia nell’energia ed utilities (+20 imprese) che nel manifatturiero (+19 unità). Nel manifatturiero, in particolare, si espandono soprattutto i comparti delle confezioni-abbigliamento (+94 aziende) e delle riparazioni elettro-meccaniche (+145), oltre che – con saldi più contenuti – quelli della trasformazione alimentare (+37 aziende), della chimica-farmaceutica (+23), dell’oreficeria (+16) e dei mobili (+5). In negativo i restanti comparti, con saldi più contenuti per pelli-cuoio-calzature (-10), meccanica strumentale (-17), mezzi di trasporto (-12), minerali non metalliferi (-22) e carta-stampa (-17), e più rilevanti per il tessile-maglieria (-59 imprese), prodotti in metallo (-55), elettronica e meccanica di precisione (-37), industria del legno (-62). Resta critico, invece, il quadro dell’edilizia (-636 imprese, -1,0%), le cui difficoltà sono ancora strettamente legate all’artigianato. In Toscana, il 68% delle imprese operanti nella filiera delle costruzioni sono infatti artigiane (per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento): negli ultimi dodici mesi, il settore artigiano delle costruzioni ha perso 1.156 aziende (-2,7%), contro un andamento che – per la parte non artigiana – registra al contrario una variazione positiva (+520 imprese).