FIRENZE – Un settimo posto di cui non andare fieri. Quello conquistato dalla Toscana nel report di Legambiente “Ecomafie 2024”. In testa ci sono le regioni dove la criminalità organizzata è più forte.
Rispetto al 2022 gli ecoreati nel territorio toscano sono cresciuti dell’11,1%. Sono stati 2.318, il 6,5 sul totale nazionale. Ci sono poi 114.523 controlli, 2.273 persone denunciate, un arresto, 302 sequestri, 5.755 illeciti amministrativi e 7.531 sanzioni amministrative. “Si registra un graduale ma incessante aggravamento del fenomeno – ha evidenziato Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana -, con una particolare criticità delle infrazioni nel ciclo del cemento, che, ricordo, ricomprendono fattispecie quali: abusivismo edilizio (parziale o totale), attività estrattive illegali, irregolarità (di varia natura e gravità) nelle procedure di appalto”.
Relativamente alle province toscane, l’unica presenza in classifica 2023 è quella di Livorno, che si attesta all’undicesima posizione tra Lecce e Latina, con 604 reati e 1064 illeciti amministrativi. “Il caso peculiare della costa livornese e dell’Isola d’Elba – ha spiegato ancora Ferruzza – c’insegna poi che nei luoghi dove la pressione turistica è più forte occorre profondere un ulteriore sforzo di deterrenza e vigilanza. Solo con un’azione incessante e coordinata tra cittadinanza attiva, forze dell’ordine e amministratori pubblici, riusciremo a comprimere questi fenomeni, assolutamente indegni per una regione civile come la nostra”.
Se i reati legati al ciclo del cemento sono in crescita, secondo il rapporto Ecomafia è stabile il numero regionale dei reati legati al ciclo dei rifiuti illegali; in calo i reati contro gli animali, gli incendi boschivi dolosi o colposi, i reati contro il patrimonio culturale.