eatalyUn accordo per la stabilizzazione dei lavoratori tra Eataly Firenze e Cgil. E’ quanto emerso questa mattina dal confronto tra l’ad dell’azienda Francesco Farinetti e i delegati della Filcams-Cgil dopo l’incontro con i lavoratori che lo scorso weekend avevano scioperato. L’accordo, come annunciato da Farinetti all’agenzia Dire prevede che «finito l’anno di start-up, la stabilizzazione sarà totale».  Si parla dei 97 dipendenti che attualmente lavorano nel punto vendita di Firenze? «Abbiamo lavorato sui numeri già noti, che abbiamo ribadito questa mattina, in un percorso che prevede tre tappe a partire dal prossimo anno». Una firma confermata anche dalla Cgil Firenze.

Il confronto Farinetti questa mattina ha commentato lo sciopero dello scorso weekend (proclamato dai Cobas per tutelare alcuni ex dipendenti che non si sono visti rinnovare il contratto a tempo determinato) definendolo «un grave danno di immagine, sono passati messaggi che non corrispondono a verità». «Con lo sciopero di sabato è passato il messaggio che a Eataly vi sia lo sfruttamento dei dipendenti. E allora li ho incontrati per chiedere loro: siete d’accordo con questo messaggio? Soltanto tre ragazzi hanno fatto, democraticamente, il loro sciopero, lasciando il negozio aperto. Ma solo tre ragazzi su 97. Il diritto di sciopero – ha continuato Farinetti- è sacrosanto e serve anche, per un momento di confronto».

La presa di distanza dallo sciopero  Durante l’incontro odierno l’azienda ha anche chiesto ai dipendenti di sottoscrivere un appello che presto sarà esposto davanti a Eataly Firenze e a tutti gli altri negozi in Italia. L’appello è una presa di distanza dallo sciopero del passato weekend e serve per precisare quelle che la dirigenza ritiene «inesattezze» affermate da ex dipendenti e Cobas. «L’onda lunga di quella protesta è arrivata a Milano, Genova, Roma. E’ stato un danno di immagine – ha aggiunto Farinetti- Noi abbiamo creato in sette anni più di 4 mila posti di lavoro. Solo in Italia sono 1700. Su questi numeri molto grandi ci sono dei ragazzi con cui non ci siamo trovati e abbiamo deciso di interrompere il rapporto di lavoro, tutto qua».