Fra le tante cose di cui noi senesi avvertiamo tutta «la melanconia di una città che s’è lasciata alle spalle una grandezza irripetibile», come la definì magistralmente Giorgio Bocca in uno dei suoi articoli, c’è quella dello sbocco al mare.
Talamone fu il luogo in cui la Repubblica senese cercò di realizzare per decenni un porto che le permettesse di avere un ruolo politico e commerciale anche sul Mediterraneo, ma senza successo. Non era destino, come si dice.
Ma, evidentemente, il desiderio deve essere rimasto vivo attraverso i secoli, se nel giro di pochi mesi, mi sono trovato a leggere che la società Destination Argentario vuole proporsi sul mercato internazionale anche come “porto di Siena”, essendo a poco più di un’ora di distanza di navetta – agibilità della superstrada permettendo, si intende – e che il sindaco di Siena è andato addirittura fino a Piombino per cercare possibili accordi per le escursioni dei crocieristi che lì faranno tappa.
Mi sorprende il silenzio del Puntone a Scarlino, tanto più che quello è davvero il mare dei senesi, visto che da generazioni trascorriamo le nostre vacanze a Castiglion della Pescaia e a Follonica. Ma sarà solo questione di tempo.
Siena è già una destinazione di escursione per i crocieristi da Livorno. Ogni giorno ci sono in città gruppi facilmente riconoscibili con le loro “coccarde” colorate e non deve fare altro che garantire anche a loro, anche se rimangono solo qualche ora, una accoglienza di qualità. Quindi ben vengano anche gli escursionisti da Argentario e Piombino, località in cerca di visibilità e che hanno tutto l’interesse a mettere un nome conosciuto e attrattivo come Siena su brochure e siti internet.
Ma una cosa è organizzare tour interessanti, un’altra è definirsi “porto di Siena” e magari farci sopra anche accordi politici insensati: capisco che può rendere il lavoro di comunicazione senz’altro più facile, ma poi la realtà è ben diversa e il rischio di essere ridicoli (che nel turismo è letale: mai vendere fumo) è molto alto. Per le stesse località di mare, e soprattutto per Siena città che dovrebbe essere la prima a tutelare la propria immagine verso operazioni che devono rimanere in precisi limiti, se non vogliamo che siano dannose per una destinazione turistica di qualità.
Ci sono tante cose belle e poco conosciute di Siena da raccontare al grande pubblico mondiale dei turisti, eviterei di dire che abbiamo un porto sul mare. O addirittura due.