VOLTERRA – Un duro braccio di ferro che non ha portato a raggiungere un punto di caduta fra le organizzazioni sindacali e i vertici di Cassa di Risparmio di Volterra, in cui è in corso un massiccio programma di riorganizzazione.
Fra i punti messi sotti i riflettori in questa vertenza dalle organizzazioni sindacali, l’aver cancellato il Cia (contratto integrativo aziendale) al 31 dicembre 2021, l’aver stracciato l’accordo sulla pensioni complementari con effetto dal 31 marzo prossimo e la riorganizzazione attraverso un ufficio back office che, secondo le sigle sindacali, potrebbe portare all’attuazione di uno spin off. Ossia, la cessione a una società esterna di lavorazioni e lavoratori ad essi adibiti. Dopo due giorni di confronti serrati, di proposte e controproposte, ecco arrivare la fumata nera, con le sigle sindacali First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Fabi pronte a incrociare le braccia.
“Le organizzazioni sindacali hanno richiesto all’azienda la disponibilità ad assumere un impegno formale riguardo un possibile spin off che avrebbero voluto escluso a priori dalle possibili soluzioni individuate per un riequilibrio del cost income aziendale, riscontrando a riguardo la totale contrarietà dell’azienda. Preso atto di ciò, le organizzazioni sindacali – si legge in una nota – hanno richiesto alla delegazione aziendale, quale atto di responsabilità al fine di pervenire alla chiusura della vertenza, almeno il ripristino temporaneo del Cia (contratto integrativo aziendale) disdettato sino alla definizione di un nuovo accordo ove sarebbero state individuate misure specifiche a tutela dei lavoratori oggetto di eventuali cessioni di rami d’azienda che avrebbero dovuto essere considerate solo come extrema ratio ed in subordine ad un’eventuale procedura d’esodo.
I sindacati insistono: “L’azienda ha rifiutato anche questa proposta dichiarando soltanto una generica disponibilità alla discussione di un nuovo Cia sulle materie di demando del Ccnl e welfare aziendale. Non riscontrando alcun cambiamento rispetto all’atteggiamento aziendale nelle posizioni assunte all’inizio della vertenza, verificata l’indisponibilità dell’azienda su tutti i punti oggetto della vertenza, le organizzazioni sindacali non hanno potuto che constatare l’insussistenza delle condizioni minime per il proseguimento delle trattative in ragione del mandato ricevuto dall’assemblea dei lavoratori”.
Il tentativo di conciliazione si è quindi concluso negativamente. “Le organizzazioni sindacali esprimono vivo rammarico per un atteggiamento aziendale rilevatosi estremamente intransigente che non ha consentito, nonostante i numerosi tentativi sindacali, la ripresa del confronto. Nessuna delle istanze che hanno generato la vertenza è stata accolta dall’azienda e nei prossimi giorni verrà comunicato il calendario delle giornate di sciopero che verrà proclamato”.