«Sospensione di’ ricreativo. E ora principia a avviare i’ culturale». E alla mitica battuta del capo-circolo in Berlinguer ti voglio bene, finita la tombola, tutti si alzano per andar via. Solo l’energico intervento del capo-circolo – «Seduti per Dio!» – convince tutti a rimettersi ai tavoli. E meno male, perchè il dibattito su «Pole la donna permettisi di pareggiare coll’omo? No», sfocerà poi nell’ulteriore battuta cult: «la donna, la donna, la donna, o l’omo?». Premessa un po’ nostalgica di film, ma soprattutto di atmosfere, ormai sparite, che utilizziamo per ragionare di cultura, l’oro di Siena. E in particolare di tre temi: Stati Generali della Cultura, Santa Maria della Scala e Fondazione Musei Senesi.
1) Ho seguito gli Stati Generali della Cultura da lontano, grazie alla diretta di Siena Tv. Quindi nei contenuti specifici non entro, ma mi è sembrato un buon clima, una riaccensione di un confronto sui temi della cultura, in modo aperto e partecipato che ci voleva. Ben fatto, dunque. La divisione in tavoli, stile-Leopolda, ha probabilmente consentito di approfondire meglio i temi specifici. E nello stile-Leopolda, magari, la prossima volta, è da evitare il discorso introduttivo dell’istituzione. Non serve, e sa di «ecco le cose che abbiamo fatto», che proprio nulla ha a che vedere con lo stile-Leopolda, dove invece la trama è un’altra: «ecco le nostre idee per fare meglio».
2) Santa Maria della Scala: dopo il Consiglio Comunale in cui c’è stata la virata sulla gestione, attraverso la comunicazione del sindaco, merita forse ricapitolare. Dalla Fondazione varata sotto il sindaco Ceccuzzi, si era poi passati al Consorzio, con qualche mal di pancia soprattutto dentro il Pd. Adesso siamo all’ipotesi del Direttore-Dirigente, in una sostanziale dimensione del Santa Maria come Museo Civico. Il sindaco ha agomentato le motivazioni, anche di tipo economico, che stanno dietro a questa modifica in corso d’opera che parrebbe anche di transizione. E’ stato soprattutto il suo partito, attraverso la dichiarazione in Consiglio Comunale di Rita Petti, presidente della Commissione Cultura, a mandare a Valentini un messaggio, così sintetizzabile: «Prendiamo atto delle attuali difficoltà, del resto sono maturati i tempi e non sono state colte alcune congiunture, i contesti sono mutati. Ribadiamo la validità della mozione atto di indirizzo del 24 luglio 2014, approvata a maggioranza dal Consiglio per quanto riguarda il dispositivo, ma condivisa unanimemente per ciò che riguarda il corpo e la relazione. Si tratta dell’unico atto attualmente vigente sul SMS». E in una intervista a Siena Diretta Sera, il capogruppo Carolina Persi, ha reso ancor più esplicito il messaggio: «Entro fine legislatura il Sindaco attui quanto previsto nell’atto di indirizzo del 24 luglio 2014». Se questa è la sollecitazione chiara e netta del Pd, altre sollecitazioni vengono anche da rappresentanti dell’opposizione, come Enrico Tucci, che entra sul fronte dei contenuti del Sms: «Dieci milioni da reperire, tra Fondazione Mps, Regione, Stato, Comune, per portare la Pinacoteca dentro il Sms, entro fine legislatura». Ecco, le due sollecitazioni ci sembrano entrambe stimolanti: finalmente vengono posti obiettivi chiari sui cui misurare l’amministrazione non tanto sull’aderenza o meno a trame oscure, patti sotterranei e posizionamenti di partito, ma sulle cose. Probabilmente, lo stesso Valentini potrebbe apprezzare. Resta di difficile lettura il tema del Direttore-Dirigente, da reperire attraverso un Bando Internazionale. Ci riesce difficile immaginare una figura di prestigio internazionale che viene a fare il Dirigente del Comune, entro i vincoli burocratici e i limiti di compenso definiti per legge, ma probabilmente non conosciamo le cose nel merito. Il rischio è di appaltare a terzi, perdendo il timone della strategia. Anche se il recente bando sui servizi proprio del Sms, andato deserto, dimostra che di questi tempi può anche risultare difficile appaltare, se non si mettono insieme le compatibilità dell’offerta e il disegno di contenuto.
3) Qualche giorno fa si apprende dal sito della Fondazione Musei Senesi, la sussistenza di due nomine: «Alessandro Ricceri – si legge nel comunicato – è stato nominato oggi (17 marzo) presidente della Fondazione Musei Senesi, su designazione della Provincia di Siena, fondatore di FMS, e dietro approvazione del Consiglio di Indirizzo. Ricceri, già consigliere di gestione della Fondazione Musei Senesi, è direttore di Artex – Centro per l’Artigianato e Artistico e Tradizionale Toscano. Contestualmente, viene nominato consigliere di gestione Claudio Rosati, museologo, docente, presidente del collegio Probi Viri di ICOM e già dirigente del settore musei della Regione Toscana». Le due nomine di taglio regionale, vista la provenienza e l’esperienza di entrambi, non sono però accompagnate, al momento, dalla nomina del Direttore Generale. Cioè di colui che dovrebbe succedere ad una figura indubbiamente di peso come Luigi Di Corato, passato a dirigere Brescia Musei da giugno 2014. Il bando di selezione lanciato dopo l’addio di Di Corato, prevedeva tra l’altro dei titoli molto specifici: il Direttore Generale doveva essere laureato in Storia dell’Arte ma anche aver effettuato un Master in materie economiche. Non è possibile essere più precisi, perchè nel sito della Fondazione Musei Senesi, la sezione “amministrazione trasparente”, è completamente vuota. Comunque, grazie ai comunicati stampa correttamente diffusi, si apprende che alla fine è stato ritenuto idoneo solo un candidato, Marco Biscione. La scelta fu comunicata a Biscione con mail il 21 agosto 2014. Otto giorni dopo lo stesso Biscione invia una lettera di rinuncia. E dal 22 settembre 2014 opera, come facente funzione, il vicedirettore Elisa Bruttini. Non è dato sapere se e quando ci sarà un nuovo bando. Eppure sarebbe interessante perchè la Fondazione Musei Senesi, in un’ottica di sinergia territoriale e di valorizzazione della bellezza senese a tutto tondo, potrebbe essere un valore aggiunto quando a Siena si «prencipierà a avviare i’curturale» senza più steccati.