Quello che ci apprestiamo a vivere potrebbe passare alla storia come il palio delle assenze. Al termine delle previsite, che si sono svolte alla clinica veterinaria del Ceppo, è apparso subito evidente come si fosse di fronte ad una decina di assenze di rilievo, fantini squalificati ed infortunati compresi.
La squalifica di Andrea Mari detto Brio ha immediatamente rappresentato un fattore per la carriera di Provenzano, l’infortunio di Alberto Ricceri detto Salasso nell’ultimo appuntamento di Monticiano ha complicato notevolmente le strategie di almeno due contrade. Queste sono le assenze tra i fantini, a maggior ragione Giovanni Atzeni detto Tittia vestirà i panni di dominus assoluto nelle scelte delle contrade al canape.
Passando ai cavalli, ancora una volta dobbiamo evidenziare le difficoltà che si creano quando effettivamente si arriva al momento clou, quello che ci proietta alla tratta. Alla scelta finale di veterinari e capitani arriva infatti solo un cavallo che ha già vinto il palio, Oppio, grigio che ha dimostrato potenza ed adattabilità a determinate condizioni, il classico cavallo che, Salasso a parte, ha fatto sfigurare tutti gli altri fantini.
Facile dunque ipotizzare, salvo piacevoli sorprese, l’esclusione del mezzosangue di Caterina Brandini dalle scelte dei capitani. Spaventano inoltre le assenze di Morosita Prima, Polonski e Mississippi, cavalli che hanno dimostrato di saper far gioire un popolo.
Certamente, come in molti non indugiano a ricordare, dieci cavalli si trovano e tra questi ci sarà sempre un primo ed un ultimo, l’amarezza però sarà vedere ancora una volta i popoli uscire da piazza senza esaltarsi, consolati solo dalla bramosia di conquistare quel cuore che batte nel cencio di Tommaso Andreini e sul tufo di Piazza del Campo, un cuore che deve ricordare, come ha fatto
saggiamente il pittore senese, che il Palio non è una festa, è una battaglia.