SAN QUIRICO D’ORCIA – «È di banda e fuma», si diceva, in tempi ormai lontani, di chi stava in quella terra di mezzo fra l’adolescenza e l’età adulta. L’appartenenza alla banda era un rito di passaggio, come la sigaretta.
Il musicante era adulto, pur non avendone gli anni. Perché era accolto nella compagnia degli uomini, anche se aveva ancora i calzoni corti. E quest’ingresso nella banda era un elemento di valore, la certificazione che si era ormai grandi. Le ragazze guardavano con ammirazione chi sfilava con quell’uniforme. In un mondo che conosceva solo bruscelli e sega la vecchia, quello della banda, se non era lo spettacolo più grande, senz’altro era il più festoso. Non c’era festa che non fosse introdotta o conclusa da un’esibizione della banda, e lo stuolo dei ragazzi che la seguivano saltando e ballando non era solo un codazzo di felicità. Sembrava piuttosto un modo spontaneo di esprimere il desiderio di esserci, di entrare in quel mondo fatto di note scoppiettanti e di trilli d’uccelli.
La banda di San Quirico ha lasciato notizie di sé dal Settecento. Vanta una storia che non è di tutti i paesi. Ma la storia, per quanto sia ragione di grande orgoglio, può non bastare. Per vivere, piuttosto che limitarsi a sopravvivere, c’è bisogno di rinnovarsi. È dunque questo l’intento del Presidente Riccardo Saletti che, proprio in questi giorni, insieme ai due concerti di apertura dell’estate diretti dall’ormai storico maestro Marco Piattelli, tenuti a Bagno Vignoni e San Quirico, con la collaborazione delle Filarmoniche di Rapolano e Castellina in Chianti, davanti a un bel pubblico di affezionati ma anche di turisti curiosi e sorpresi dalla qualità musicale espressa, desidera presentare le sue idee per un rinnovamento profondo della Filarmonica. Concerti diversi dalla tradizione, con
la partecipazione della Mini-Mini Banda composta dai piccoli Santiago, Damiano, Elia, Ginevra, Viola, Ciama, Ines, Elenoire e del Gruppo Majorettes Filarmonica la Bulletta a dare il loro contributo musicale ai grandi. Uno spettacolo nello spettacolo.
Al primo punto del programma del Presidente sta la necessità di prendere per buono tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi, con l’intenzione di coinvolgere più persone nello sviluppo del Progetto Banda. In tal senso è nato il gruppo donne coordinato da Laura Savelli, che è anche la Vice Presidente, così da superare l’antica mentalità richiamata in apertura dell’articolo. La banda non può essere una prerogativa maschile. Si tratta di un vecchio pregiudizio che oggi non ha più senso. «Il rinnovamento – dice Saletti – deve partire fondamentalmente dalla capacità che avremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni di coinvolgere, oltre ai giovani, l’elemento femminile. Occorre operare in questa direzione per restituire linfa vitale alla nostra Filarmonica, in collaborazione con le scuole e con tutti coloro che amano la musica. L’oggetto principale del Progetto Banda è lo sviluppo della Scuola di Musica per la creazione di un ricambio generazionale».
Troppo spesso la banda è considerata una cosa di altri tempi. Si tratta in realtà di un passaggio fondamentale e propedeutico alla musica con la M maiuscola. Molti artisti che si esibiscono con successo in ambiti musicali diversi, come la musica classica, il rock, il pop, e perfino il jazz, hanno incominciato imparando uno strumento in banda. Soprattutto nei piccoli paesi, la banda è un’occasione importante, a volte l’unica, per studiare l’arte dei suoni, per approdare alla musica d’insieme, per esibirsi davanti a un pubblico, quali che siano le scelte future che un musicista poi vorrà fare. Il presidente così continua: «Non bastasse il valore in sé del fare musica, mi piace ricordare il valore dello stare insieme, dell’imparare ad ascoltare gli altri, a dialogare con loro e, perché no, a rispondere a una disciplina, quella richiesta da ogni situazione di gruppo». Difficile non pensare alla grande metafora felliniana del film Prova d’orchestra e a quanto la vita collettiva, una comunità sociale, e perfino l’umanità tutta siano assimilabili a una grande banda musicale nella quale ognuno, col suo apporto individuale, può contribuire al successo comune.