C’è un suggerimento che vorrei rivolgere al prossimo presidente della Regione Toscana: quello di affidare a due assessori diversi le deleghe della cultura e del turismo.
Innanzitutto, perché non trovo ragionevole chiedere ad una persona sola di avere le competenze, la lucidità e l’energia per occuparsi in maniera efficace – come è invece previsto attualmente – di materie vaste e complesse come sono cultura, turismo e commercio in una regione come la nostra.
Ma soprattutto perché sono convinto che cultura e turismo siano due “mondi” lontanissimi fra loro, con logiche e dinamiche molto differenti e talora anche contrastanti, e che l’area in cui effettivamente interagiscono sia troppo ristretta per giustificare un unico assessorato.
Mi sembra invece ogni giorno più evidente che le politiche culturali di una regione, così come di una città, sono una cosa e che le politiche di promozione e di accoglienza turistica sono una cosa ben diversa. E, se vogliamo dirla tutta, che vendere i biglietti di una mostra/spettacolo sia una cosa ancora diversa dalle altre due, per cui fare un “mescolone” risulta nocivo per tutti.
So benissimo che non esiste nessuna formula magica da un punto di vista istituzionale, tanto è vero che ogni Regione finisce per adottare soluzioni differenti ed in alcuni casi al limite del pittoresco: come in Abruzzo dove le deleghe di turismo e cultura fanno capo direttamente al Presidente, oppure nel Lazio dove un assessore si occupa di turismo e di una parte della cultura, mentre le competenze su musei, biblioteche e “promozione culturale” sono affidate ad un altro assessore.
E so benissimo che esistono esempi in cui la divisione delle due deleghe incontra un ostacolo quasi insormontabile nel fatto che i rispettivi assessori, invece di collaborare in maniera costruttiva, non si parlano neppure fra di loro per ostilità private o politiche.
Ma – ribadito ancora una volta che è sempre una questione di qualità delle persone prescelte – la soluzione di due assessori diversi è quella che mi convince di più, perché un confronto costante, e rigoroso, fra due responsabili politici è il modo migliore per permettere, da un lato, una fruizione turistica rispettosa dei beni culturali e, dall’altro lato, offrire ai visitatori dei servizi di accoglienza e divulgativi adeguati e ad un costo accettabile.
E’ una piccola riforma – se così vogliamo chiamarla – che potrebbe avere effetti positivi a breve termine per entrambi i settori.
E che potrebbe essere estesa anche a livello nazionale, dove però la mancanza di una competenza specifica da parte del Governo sul turismo (materia che la Costituzione affida esclusivamente alle regioni) rende più difficile – come abbiamo già visto in passato – collocare in maniera autonoma il dipartimento del turismo.
Ma una soluzione intelligente ed efficace, ve lo assicuro, non sarebbe così difficile da trovare.