FIRENZE – I droni come sentinelle a tutela dell’ambiente. Settanta esperti si sono ritrovati in occasione della seconda esercitazione del Sistema nazionale per la protezione ambientale.

Dopo il primo incontro in Emilia Romagna che si è svolto lo scorso novembre, le aree coinvolte in questa occasione sono gli ambienti costieri nel comune di San Rossore (Pi), i Monti Pisani (comune di Calci, Pi) e alcune cave dismesse nella zona di Monsummano (Pt). Gli UAS vengono utilizzati in campo ambientale per la mappatura delle trasformazioni del territorio e degli habitat, nell’ambito del monitoraggio delle acque superficiali e della qualità dell’aria, come supporto a ispezioni di impianti o all’individuazione di illeciti ambientali quali scarichi e abbandoni di rifiuti.

L’elevato dettaglio delle informazioni rilevate, la versatilità – che permette di acquisire nei momenti più adatti alla descrizione dei fenomeni di interesse – e la ripetibilità a costi contenuti costituiscono punti di forza di queste tecniche, a cui si aggiunge una maggiore sicurezza e produttività per gli operatori, soprattutto nei contesti ambientali di difficile accessibilità. La Regione ha messo a disposizione degli enti locali toscani e non la sua “3D data”, la piattaforma gratuita che raccoglie ed utilizza i dati raccolti dai droni e se ne serve per garantire il monitoraggio e il controllo del territorio.

Secondo l’assessore regionale Stefano Ciuoffo si tratta “di un supporto tecnologico che pone la Toscana all’avanguardia in Italia e la Regione sta facendo in modo che sia conosciuto ed utilizzato visto che la progressiva diffusione dell’uso dei droni e, più in generale, delle tecniche di osservazione della terra nelle attività delle Agenzie ambientali e di Ispra, rappresenta un significativo miglioramento delle capacità di monitoraggio, controllo e ricerca ambientale”.