SIENA – E’ arrivata anche Medicina. O meglio Francesco Dotta, che ieri ha annunciato la volontà di candidarsi a rettore.

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In precedenza si erano già proposti Roberto Di Pietra e Sonia Carmignani. In realtà, quello dell’endocrinologo è un nome che circolava da mesi. Delegato alla sanità, ora ex, del rettore Francesco Frati e uomo di esperienza anche istituzionale. Medicina, che sogna ti tornare a guidare l’ateneo dopo 16 anni, affida così a Dotta le speranze di successo. Il direttore della Diabetologia sulla carta ha più di una chance da giocarsi. Il peso della facoltà, il tandem con l’assessore regionale Simone Bezzini e l’appoggio dell’ex rettore Angelo Riccaboni, che allo stesso modo, sostiene anche Di Pietra. Ora che il quadro delle candidature è completo, si potrebbe configurare un ‘accordo di non belligeranza’ tra i due, con Carmignani pronta a sparigliare le carte. Un po’ quello che successe nel 2016, con Frati e Felice Petraglia candidati principali e Alessandro Rossi come outsider.

Per quello che riguarda le motivazioni che hanno spinto Dotta a farsi avanti, il medico ha tracciato un programma abbastanza stereotipato: “Negli ultimi anni il nostro Ateneo ha perseguito, con successo, un rilancio che si è dimostrato sostenibile nel tempo, consolidando e migliorando la propria posizione nei rankings internazionali. Sono adesso maturate le condizioni per un rilancio più vigoroso e che pertanto deve prevedere il coinvolgimento attivo di tutta la Comunità Accademica”. E ancora: “Risulta quindi fondamentale essere in grado, sin da ora, di intercettare tali finanziamenti attraverso una definizione chiara e condivisa degli obiettivi, una programmazione strategica delle attività ed un’idonea pianificazione dell’utilizzo delle risorse. Serviranno pragmatismo, forte coordinamento e condivisione delle scelte per accedere ai finanziamenti”.

Per finire con una formula collaudata: “Le parole-chiave di tutto questo dovranno essere: collegialità responsabile, certezza delle regole, trasparenza, superamento dell’autoreferenzialità, equa valutazione, pari opportunità, sostenibilità”. Da qui poi l’elenco di chi deve avere un ruolo da protagonista nel futuro prossimo dell’ateneo: in pratica tutte le parti in causa. Adesso manca solo la data delle elezioni. Forse anche un po’ di (sana) competizione, giusto per dare un valido motivo a chi potrà di votare, di andare oltre i cliché.