Una maggiore integrazione con la cittadinanza pelaghese ed un concreto aiuto per i piccoli lavori di manutenzione del territorio. Sono questi i due obiettivi dell’accordo siglato tra Comune di Pelago (Firenze), Cooperativa Cristoforo e Anteas e che permette a 10 migranti presenti nel territorio di svolgere alcuni lavori di pubblica utilità. I 10 migranti hanno accettato tutti la proposta di dare una mano al comune di Pelago nelle piccole attività di manutenzione quotidiana, vera e propria forma di volontariato: la convenzione, infatti, ha previsto l’adesione dei giovani migranti all’Associazione Anteas.
Migranti a Pelago Fra le attività nelle quali saranno impiegati i migranti ci saranno quelle di manutenzione del verde, risistemazione di recinzioni e staccionate ed, in generale di decoro urbano. Successivamente si valuterà se alcuni potranno fare altri tipi di mansione come, ad esempio, la sorveglianza dei musei, visto che alcuni dei 10 appartenenti al gruppo hanno una buona conoscenza dell’inglese. Nei primissimi giorni di attività i rifugiati ospitati a Pelago hanno risistemato e riqualificato alcuni guard rail e staccionate, prima nella frazione di Paterno e nei prossimi giorni si concentreranno su quelle della scuola e di via Sant’Andrea. «Il tema dell’accoglienza è un argomento molto discusso negli ultimi mesi – ha spiegato il Sindaco di Pelago Renzo Zucchini – ma molto spesso ci si ferma solo a semplici slogan elettorali. Noi abbiamo voluto dimostrare che un processo di integrazione partecipativo è possibile, e per questo ringrazio l’Anteas e tutte le associazioni che hanno collaborato con noi per poter realizzare questo progetto. Già in questi primi giorni i ragazzi hanno dimostrato impegno e voglia di dare una mano alla comunità che li ha accolti e i lavori di riqualificazione ne sono una testimonianza».
Il percorso di integrazione «Dall’inizio del progetto di accoglienza, grazie a dei volontari, abbiamo dato ai ragazzi gli strumenti adatti con conoscere l’italiano ed iniziare un percorso di integrazione – ha aggiunto Giulia Rimini Assessore allaCooperazione e solidarietà Internazionale e Consulta Stranieri-. Perchè molto spesso ci si ferma solo ai numeri di questa emergenza, dimenticando che dietro di questi ci sono delle persone. Questo progetto è nato dalla volontà degli stessi ragazzi accolti, di impegnarsi e aiutare la comunità di Pelago attraverso piccoli lavori che li vedranno impegnati quotidianamente».
Problemi a Firenze, il nodo da sciogliere Tutt’altra situazione si è venuta invece venuta a creare a Firenze. Quaranta profughi sono arrivati infatti nelle ultime ore a Villa Basilewky a Firenze. Sull’utilizzo della struttura c’è stato un braccio di ferro tra prefettura e Palazzo Vecchio, con la prima che chiedeva di sistemare 80 migranti nella ex luogo deputato all’assistenza sanitaria mentre il Comune di Firenze ha risposto di no, annunciando che la villa è solo una soluzione momentanea e in futuro non potrà di nuovo essere. I 40 migranti arrivati a Villa Basilewsky sono un gruppo dei 416 sopravvissuti al disastro del barcone intercettato a Ferragosto al largo delle coste libiche da un pattugliatore della Marina italiana. Nella stiva dell’imbarcazione soccorsa sono stati trovati 49 migranti morti, probabilmente uccisi dalle esalazioni dei motori, mentre molti tra mogli e figli assistevano impotenti alla tragedia dai ponti del barcone. «I 6700 arrivi di profughi, in totale, previsti in Toscana alla fine del mese prossimo, sono la fotografia dell’inadeguatezza dei Governi nazionale e regionale a guida Pd – ha detto il coordinatore fiorentino di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio regionale Marco Stella -. Non possiamo permetterci di accogliere tutti indiscriminatamente all’infinito, o la società esploderà. Collocare decine di migranti a Villa Basilewsky e spostare gli oltre 100 occupanti del collego La Querce nella Foresteria Pertini, a Sorgane, è segno di un’incapacità di amministrare che preoccupa non poco chi ha a cuore il bene dei cittadini. Ci sono piazze storiche diventate bivacchi a cielo aperto, dormitori per sbandati e regno di spaccio e criminalità. Interi rioni invasi dai cosiddetti centri di accoglienza per immigrati e, addirittura, trasformati in strutture per ospitare gli occupanti dell’ex collegio La Querce. Non si gestisce così una città, il Comune è non solo assente, ma complice di questo stato di degrado». Il piano della Prefettura, in un primo tempo, prevedeva che l’ex casa di cura di via Lorenzo Il Magnifico dovesse ospitare 80 migranti. Un numero eccessivo, ingestibile, secondo Palazzo Vecchio, perché la struttura si trova in una zona troppo centrale della città. Il sindaco Dario Nardella ha spiegato le proprie forti perplessità ai vertici di Palazzo Medici Riccardi, che lunedì sera hanno ritoccato il piano.