O i finti accordi o un congresso vero. Il bivio del Pd senese, dopo le dimissioni di Alessandro Mugnaioli dall’incarico di segretario comunale, è tutto qui. E che le cose, senza una nuova consultazione congressuale, rischino sempre di essere non chiare, lo dimostra quanto accaduto ieri sera. Uno dei segretari dei circoli cittadini del Pd, invia un documento a nome dei segretari dei circoli della città. Solo che poco dopo si manifesta lo sconcerto di qualche segretario di circolo. Chi invia un sms dicendo di non aver mai sottoscritto quel documento, chi sta più sulle sue e dice di non aver avuto il tempo di firmarlo. L’assessore Paolo Mazzini scrive su Fb: «Dopo il gioco divertente dei libri letti e di quelli non letti, scopro stasera quello delle lettere non scritte ma firmate. Poco gioco e poco divertente». Evidentemente avrà raccolto testimonianze su qualche firma del documento, non esplicitata.
Al di là di questo, la nota non è solo un grazie a Mugnaioli. Tutt’altro. Ha una forte valenza politica: detta la linea nuova del Pd senese e suggerisce, di fatto, un ribaltone nella maggioranza consiliare. Perchè si legge nella nota: «Il nostro impegno per una Siena migliore e per un progresso della qualità dell’Amministrazione ora si dovrà rafforzare, facendo appello alle idee e alle energie delle forze di maggioranza, Sel e Riformisti, auspicando il proseguo di una collaborazione anche con il gruppo di Siena Futura». Ed esprime la necessità di «confrontarsi con tutte le suddette forze politiche». Se non è un refuso, manca Siena Cambia. Vero che il movimento è in profonda crisi di identità, ma i consiglieri comunali di Siena Cambia, lavorano e portano il loro contributo, anche di voti, alla maggioranza consiliare. Il documento dei segretari di circolo Pd – tutti o quasi – invece ignora Siena Cambia. Chissà come risponderà il movimento che fu la forza propulsiva della strategia di Valentini quando il sindaco voleva cambiare la città e il suo partito.
Ora c’è un’altra occasione di chiarimento dentro il Pd senese e provinciale. Le dimissioni di Mugnaioli, pur motivate all’80% da questioni personali, vengono all’indomani della richiesta delle sue dimissioni fatta da Stefano Scaramelli leader renziano della provincia e Juri Bettollini, renziano doc pure lui membro della segreteria provinciale. E i renziani della città stanno zitti? Tutti allineati e coperti, rispetto alla tipologia di “renzismo”, con la linea espressa dall’onorevole Luigi Dallai, certamente antagonista di fatto sul territorio, a Scaramelli? Il tandem Valentini-Mancuso, con chi starà, sia per la presidenza della Provincia, che per il nuovo segretario comunale della città, che per le candidature regionali? Mancuso qualche parola chiara è tornata a dirla. E il sindaco? Al di là del risiko interno piddino, del quale francamente ai cittadini senesi non importerà granchè, quello che gli osservatori esterni alle beghe del Pd, vorrebbero forse capire, è questo: a decidere il nuovo segretario sarà l’assemblea comunale in carica che ad ottobre 2013 fece stravincere Mugnaioli con il 60%? Semplicemente dicendo all’assemblea del 23 che nella successiva convocazione verrà espresso il nome del candidato/i alla segreteria e giocandosela senza la voce della base? Beh, non è da poco capire chi è per questa linea, che presuppone mediazioni verticistiche ed esclusive, o chi magari, invece, proponga un nuovo congresso.
Alla luce delle continui liti interne, del continuo pressing sul sindaco da parte del suo partito, delle dimissioni di Mugnaioli, almeno al 20% politiche, delle elezioni regionali sull’uscio, con Siena nel pianerottolo di ogni partita toscana. E ora, da ieri sera, sul tavolo c’è anche anche la proposta del cambio di maggioranza in Comune. Se non è roba da congresso questa, se non sono cose che avrebbero dovuto indurre i segretari di circolo a convocarli i propri circoli, prima di firmare o non aver avuto il tempo di firmare, il documento diffuso ieri. Ma evidentemente nel Pd senese si fanno altri ragionamenti. Purtroppo per la città.