VOLTERRA – Parla di “miracolo” il volterrano Renzo Provvedi, classe ’44, ed effettivamente la scoperta è fuori dal comune.
“Dopo 78 anni – scrive Provvedi – in cui credevo che mio nonno Adolfo, soldato della Prima Guerra mondiale 1915/1918, morto per ferite gravi, fosse disperso e introvabile, come mi dicevano in famiglia mia Nonna e mio Padre, ecco il miracolo sotto forma di sorpresa!
Alcuni mesi fa, un mio grande amico (il Prof del Liceo “Giosuè Carducci” Emiliano Raspi) mi ha prima suggerito e poi aiutato a individuare dove poteva essere sepolto mio nonno”. “Cosa che credevo impossibile – continua Provvedi – per le notizie che avevo da sempre!
Invece Raspi riusciva a dirmi con sicurezza che era sepolto nel Sacrario di Oslavia, a Gorizia. Parto per le vacanze estive a Auronzo di Cadore, da lì vado a Gorizia, trovo il Sacrario di Oslavia e mi metto alla ricerca di mio Nonno, fra circa 50.000 lapidi. Ad un tratto sobbalzo. In alto, molto in alto, leggo un Cognome familiare: Soldato Provvedi Adolfo. È mio Nonno, l’ho trovato!
La gioia si trasforma in un pianto a dirotto irrefrenabile, io sono lì, settantottenne davanti a lui impalato. Leggo e rileggo quel Cognome e Nome e mi sembra che una mano mi accarezzi il viso, mano sconosciuta ma familiare, e mi asciughi le lacrime che escono senza fine! Sono stato li un’ora, a raccontargli la mia vita, sentivo che quelle parole non andavano a vuoto. Non avevo risposta, ma sentivo che qualcuno le ascoltava. Era sicuramente Nonno Adolfo!
Perche’ racconto questo? Provate voi a credere una persona importante, il Nonno mai conosciuto, morto giovanissimo, a ventisei anni, in guerra e tutti ti dicono che non sanno niente di lui. Disperso, nessuna notizia, persona che perdi di memoria col passare del tempo, sai solo che e’ morto sul Carso! Poi, improvvisamente, qualcuno ti dà una notizia incredibile. Tuo Nonno e’ sepolto nell’Ossario di Oslavia a Gorizia. Tu dici, e’ impossibile, invece!”
Una vicenda che ricompone con armonia un mosaico di memoria e di sentimenti che rischiava di perdersi completamente nell’oblio, per sempre. Ma anche un invito concreto a chi, magari, si trova nella stessa situazione, a non dare niente per scontato. Le ricerche oggi sono possibili attraverso molti più mezzi rispetto al passato ed anche a livello locale è disponibile e aperto al pubblico l’Archivio Post- Unitario, laddove è possibile consultare documenti storici ed effettuare ricerche.
“E questa e’ la mia storia – chiude la bella testimonianza di Renzo Provvedi – storia di una gioia infinita davanti ad una lapide. Nonno, sono io, Renzo, il figliolo minore di Babbo Nello, il tuo figliolo. Sono io, ti ho ritrovato, ora non ti lascio piu'”