ciclismo.jpgI Carabinieri dei Nas, con i colleghi dell’Arma territoriale, stanno eseguendo una decina di ordinanze di custodia cautelare, tra cui 5 arresti, nei confronti di un’infermiera, un operatore socio sanitario, un ex ciclista professionista, un operaio ed un faccendiere. Sono accusati di peculato, ricettazione, commercio di sostanze ad azione dopante e cessione di sostanze stupefacenti.

30 perquisizioni In corso anche 30 perquisizioni in Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Secondo le indagini, l’infermiera e l’operatore socio sanitario sottraevano farmaci ad azione anabolizzante dal reparto dell’Ospedale civile di Livorno dove lavorano, per rivenderli illecitamente a ciclisti professionisti e non.

Ancora guai per Riccò Ancora guai legati al doping per Riccardo Riccò. Il ciclista sarebbe coinvolto nell’indagine condotta dai Carabinieri del Nas di Livorno che hanno eseguito in Toscana, Emilia Romagna e Veneto 9 misure cautelari, due delle quali in carcere e 3 ai domiciliari. Riccò, secondo quanto si apprende, sarebbe destinatario insieme ad altre 3 persone, della misura cautelare di obbligo di firma per ricettazione e uso di sostanze dopanti. A lui l’ordinanza non sarebbe stata notificata perché all’estero.

Un giro da decine di migliaia di euro Complessivamente sono 32 le persone coinvolte. I Carabinieri hanno effettuato una trentina di perquisizioni che hanno permesso di sequestrare centinaia di capsule e compresse di sostanze dopanti per decine di migliaia di euro. In carcere sono finiti due livornesi di 45 e 50 anni, un’infermiera, Cheti Lazzeri, per peculato, e un operatore socio sanitario dell’ospedale di Livorno, Fabrizio Boccolini, per peculato e commercio di sostanze dopanti. I due, secondo le indagini sottraevano indebitamente e reiteratamente farmaci dal reparto in cui lavoravano, ritenuta la base dell’approvvigionamento, per poi commercializzarli a pagamento attraverso una rete di giovani sportivi dilettanti.

Coinvolti ex ciclisti ed ex calciatori Tra le persone coinvolte, a vario titolo, nelle indagini risultano anche l’ex ciclista Matteo Cappé, ritenuto uno dei vari intermediari, che è stato posto ai domiciliari per ricettazione e commercio di sostanze dopanti. Tra gli indagati anche l’ex calciatore Giovanni Bia, accusato di ricettazione e uso di doping. Stesse accuse anche per un altro ex ciclista Luca Benedetti. L’indagine, iniziata nel 2013, nella prima fase era stata coordinata dalla Procura di Lucca e poi conclusa da quella di Livorno, era scaturita dal rinvenimento di farmaci ad azione dopante e siringhe e kit per infusione di endovenose ritenute di dubbia provenienza.