Sono donne, anziane e casalinghe i nuovi poveri dell’Italia. E’ quanto emerge da “I Ripartenti”, il rapporto Caritas sulla povertà. Rispetto al 2009, si osserva un forte incremento della componente demografica in età avanzata che si rivolge ai Cda, i centri di ascolto diocesani: +51,3% di anziani; +177,8% di casalinghe; +65,6% di pensionati. A tale tendenza si associa l'incremento di utenti con figli minori conviventi (+52,9%) e una sostanziale stabilità nel numero di persone separate o divorziate (+5,5%).

Ascolto personalizzato e inserimento lavorativo In generale è in aumento la quota di italiani poveri: dall'inizio dell'anno i registra un +15,2%, mentre sono stabili i problemi di povertà dei disoccupati, quasi al 60%. Diminuisce del 10,7% la presenza di persone senza dimora o con gravi problemi abitativi; aumentano gli interventi di erogazione di beni materiali (+44,5%). Gli operatori Caritas riscontrano un nuovo desiderio di ripartire, espresso da molte persone in difficoltà: affiora la volontà di rimettersi in gioco, l'aspirazione a migliorare la propria situazione. Aumentano le persone che richiedono ascolto personalizzato e inserimento lavorativo (+34,5 e +17%); aumentano del 122,5% le attività Caritas di orientamento (professionale, a servizi, a opportunità formative, ecc.); aumenta del 174,8% il coinvolgimento di altri enti e organizzazioni.

Povertà diffusa al Nord Nel corso del 2011 si sono rivolte ai Centri d'ascolto diocesani selezionati 31.335 persone, e di queste il 57% vive nelle regioni del Nor. Il dato e' seguito dal centro (29%) e dal Mezzogiorno (14%). A livello complessivo si conferma la presenza di una quota maggioritaria di stranieri (20.448, pari al 70,7%) rispetto agli italiani (8.348, pari al 28,9%). Le testimonianze a disposizione narrano tuttavia di un deciso incremento degli utenti italiani, registrato negli ultimi due anni, a partire dall'esplosione della crisi economico finanziaria nel nostro paese. L'incidenza degli stranieri raggiunge i valori massimi nel Centro e nel Nord Italia (74,7 e 73,5%) mentre, a causa di un elevato numero di poveri italiani, appare più bassa nel Mezzogiorno (51,4%) 
 

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