Guerrina Piscaglia è scomparsa da Ca' Raffaello il primo maggio 2014
Guerrina Piscaglia è scomparsa da Ca’ Raffaello il primo maggio 2014

Non c’è sangue nella canonica, né nell’auto di Padre Gratien. Dopo mesi di attesa il verdetto dei Ris è arrivato: le tracce umane rinvenute nella canonica di Ca’ Raffaello non sono tracce della donna scomparsa dal primo maggio, Guerrina Piscaglia.  Le tracce umane ritrovate in canonica, sul divano, sul computer e nell’auto, sono tracce di sudore appartenenti a padre Gratien Alabi. Di Guerrina  quindi nessuna traccia, come sentiamo ripeterci ormai da sette mesi. L’esito di queste prove tecniche sorprenderà gran parte dell’opinione pubblica, da tempo convinta che il responso dei Ris avrebbe inchiodato Gratien Alabi e chiuso le indagini. Evidentemente così non è stato, le indagini proseguono e padre Gratien Alabi da indagato resta bloccato in Italia, proprio per quel divieto di espatrio per cui stamani la difesa si è presentata al tribunale del riesame.

Padre Gratien AlabiL’udienza al Riesame Si è svolta stamani l’udienza al Tribunale del Riesame, chiesto dall’avvocato Luca Fanfani, legale di padre Gratien. La difesa ha insistito sulla sua linea: finora sono state utilizzate solo prove logiche e non di fatto. Certo è che Guerrina non ha mai contattato il figlio, questo dato  indica la probabilità che sia stata sequestrata o peggio, ma non è una prova di fatto e nemmeno un indizio talmente forte da giustificare la misura cautelare di divieto di espatrio nei confronti di Gratien Alabi.  Per questo l’avvocato Fanfani ne chiede la revoca: così che padre Alabi possa raggiungere quella località a cui è stato destinato dalla sua congregazione per una nuova missione pastorale. Per l’esito i giudici del riesame si sono presi tempo fino a lunedì 24 novembre, fatta salva la possibilità, in questo intervallo di tempo, di emettere la sentenza in qualsiasi momento.

Il cellulare di Guerrina nelle mani di Padre Alabi Tra i tanti sospetti degli inquirenti va concretizzandosi una certezza: sembra che i Pm diano per assodato che il cellulare della donna sia rimasto in possesso del frate dal pomeriggio del primo maggio fino all’ultima traccia di “vita” data dal telefonino, il 24 luglio. Nel pomeriggio del primo maggio era partito il famoso messaggino al religioso amico di Gratien Alabi, considerato un indizio pesante: Guerrina non conosceva quest’altro uomo e non poteva conoscere il suo numero di cellulare. In questo senso, scricchiolano anche le parole di Gratien per giustificare questo invio: cioè che lui avesse dato a Guerrina, per sbaglio, il numero dell’amico al posto di quello della catechista alla quale Guerrina avrebbe dovuto rivolgersi per avere un aiuto economico. Il giallo di Ca’ Raffaello è sempre più misterioso e apre uno spaccato malinconico sulla vita di Guerrina in quel pugno di case.