Sono passati più di nove mesi dalla scomparsa di Guerrina Piscaglia, e ad oggi di lei ancora nessuna traccia. Padre Gratien Alabi – altro protagonista della vicenda – parroco del paese e amico intimo della donna, che è ancora indagato per favoreggiamento in sequestro di persona o omicidio, continua ad avvalersi della facoltà di non rispondere. Mirko Alessandrini, marito della donna, resta anche lui indagato per false dichiarazioni. Le indagini proseguono ma senza eclatanti colpi di scena. A far rumore, invece, sono le parole di Monsignor Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo, di recente scagliatosi contro giornali e televisioni, colpevoli a suo avviso di trasformare padre Gratien, principale indagato della scomparsa, in un “mostro”. Le parole in difesa di padre Gratien Alabi non sono affatto piaciute ai familiari della donna scomparsa che, rappresentati dall’avvocato Francesca Faggiotto, hanno pubblicamente espresso tutto il loro disappunto.
«Scriveremo a Papa Francesco» Le tre sorelle di Guerrina, il fratello e lo zio accusano la Curia di Arezzo di non aver dato loro nemmeno un briciolo del sostegno necessario. «Il nostro unico interesse è sempre stato ritrovare Guerrina, e non abbiamo mai voluto commentare tutte le notizie scabrose e sconcertanti che ci giungono di settimana in settimana, ma ad oggi, dalla curia, non è arrivato nemmeno un messaggio, una parola di conforto». Da qui la decisione di scrivere al Pontefice. «Nei prossimi giorni saremo in Vaticano – ha dichiarato l’avvocato Faggiotto – la lettera è già pronta, troveremo il modo di consegnarla in modo che arrivi a Papa Francesco. I contenuti li conoscerete dopo che saranno stati recapitati al Pontefice».
«Non ci sembra di meritare questa indifferenza totale» «La famiglia si sarebbe aspettata una parola di vicinanza sin dall’inizio – ha spiegato l’avvocato Faggiotto -. Si sarebbe aspettata che, nel corso della visita pastorale in Valtiberina di quest’estate, il vescovo trovasse il tempo per un incontro riservato. E ci saremmo aspettati anche che Fontana, nel momento in cui pronunciava quelle parole su Padre Gratien trasformato in un mostro, ne spendesse altre per Guerrina che non si trova, e che di questa situazione è la vittima. Non vogliamo entrare nella vicenda giudiziaria, ci stona semplicemente che si trovino parole per padre Gratien e non per una donna scomparsa da nove mesi».
La replica del vescovo Il Monsignore sostiene invece di non aver lasciato sola la famiglia: «La vicinanza c’è stata e non solo nelle interviste ma anche in modo diretto. La Chiesa tuttavia non sbandiera sui giornali le sue opere di carità. Inoltre la segreteria dello Stato vaticano è stata informata passo passo di tutto quanto è accaduto». Voci ufficiali della Curia di Arezzo insistono nel dichiarare come in tutto quello che Fontana e i suoi hanno detto non sono mai mancati gli auspici perché Guerrina venisse ritrovata viva e le preghiere per lei.
A Ca’ Raffaello nuovi messaggi di scherno Dalla scomparsa della donna, nel borgo di Ca’ Raffaello preso d’assalto da tv e giornali, sono apparsi molti messaggi di scherno. Dopo i cartelli apparsi ad ottobre che invitavano l’altro religioso della parrocchia, padre Faustin, ad andarsene, e la scritta “Night Club” all’ingresso della Chiesa, due giorni fa è apparso un nuovo cartello: «Benvenuto nel paese del coniglio». I riferimenti sono chiari, si parla del messaggino che Gratien Alabi disse di aver ricevuto da Guerrina («Vengo da te, cucino il coniglio e poi facciamo l’amore»). La tensione in paese cresce a vista d’occhio e vede la popolazione divisa quasi in fazioni: chi non rimette piede in canonica da agosto, e chi sta dalla parte della Curia. Le chiacchiere non accennano a placarsi ma, tra battute, insinuazioni e racconti inverosimili, di Guerrina ancora nessuna nuova.