guerrina2Padre Graziano non potrà uscire dall’Italia. Era tutto pronto per il trasferimento all’estero del frate congolese, ma Padre Gratien Alabi, unico indagato per la scomparsa di Guerrina Piscaglia,  la casalinga di Ca’ Raffaello scomparsa dallo scorso primo maggio, è stato bloccato. Il Gip Piergiorgio Ponticelli ha firmato un divieto di espatrio che è stato notificato al religioso sabato scorso. Lo scopo è evidente: impedire che Padre Graziano, destinato dalla sua congregazione a una parrocchia della provincia francese, facesse perdere le proprie tracce.

L’accusa è ora di favoreggiamento di un sequestro o di un delitto  Come prevede il codice, il sacerdote dovrà apparire entro 15 giorni davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. E lì sceglierà se avvalersi ancora della facoltà di non rispondere o se raccontare quello che sa sulla scomparsa di Guerrina. Dal Palazzo di Giustizia di Arezzo trapelano intanto alcuni particolari sull’atto del giudice Ponticelli. In esso si ipotizza per il frate un ruolo di favoreggiamento di due reati: il sequestro di persona, già prefigurato al momento dell’iscrizione nel registro degli indagati, e l’omicidio, ipotesi che appare per la prima volta in una carta giudiziaria ufficiale. Finora il delitto era stato solo ipotizzato dalla stampa e dagli abitanti di Ca’ Raffaello.

Ad agire potrebbe essere stato solo Padre Graziano? La vicenda si infittisce, il tempo passa e di Guerrina nessuna traccia importante, solo il pesante silenzio di Padre Graziano. Aspettando risvolti significativi,  fonti  vicine alla Procura  spiegano come il favoreggiamento, cioè un ruolo di agevolazione di chi avesse commesso materialmente i reati, è solo un’ipotesi minima, studiata per ottenere il via libera del Gip alla misura cautelare del divieto di espatrio per Padre Graziano. È da questo che si deduce che i Pm aretini Marco Dioni ed Ersilia Spena non escludono affatto che il parroco possa essere stato protagonista in prima persona dei reati ipotizzati.