Da Livorno è partita “Tre piazze per la donazione”, la manifestazione toscana che si tiene in occasione della settimana nazionale della donazione e del trapianto, organizzata da Aido (Associazione italiana donatori di organi), con le associazioni dei donatori e dei trapiantati. Tra i partner Regione Toscana, Ott (Organizzazione Toscana Trapianti), le Asl di Livorno, Prato e Firenze. Da 6 anni la Toscana ottiene i risultati migliori in Italia in fatto di donazioni e trapianti, con il 75% di assenso alle donazioni da parte dei familiari.


I dati – Nel 2009, la Toscana ha registrato 83,2 donatori segnalati per milione di abitanti, seguita a distanza dalle Marche (57,3), dal Friuli Venezia Giulia (50,7). La media nazionale del 2009 è stata di 21,4 per milione di abitanti. Nel 2009, la Toscana ha registrato complessivamente 306 donazioni (numero assoluto). Al 30 aprile 2010, i donatori segnalati in Toscana erano 79. I trapianti eseguiti in Toscana al 30 aprile 2010 ne contavano 36 di rene, 36 di fegato, 6 di cuore, 4 di polmone, 4 di pancreas.


L’assessore regionale alla Sanità – Daniela Scaramuccia, assessore alla Sanità della Toscana, ha dichiarato che “per il sesto anno consecutivo la Toscana si conferma come regione leader per donazioni e trapianti in Italia, con dati che competono con quelli delle regioni spagnole più avanzate, notoriamente le prime a livello europeo. Il merito più importante è senza dubbio dei donatori: di chi in vita ha manifestato la volontà di donare organi dopo la morte, e dei familiari che, in mancanza di una dichiarazione scritta, hanno saputo interpretare il pensiero solidale e di condivisione del congiunto defunto, traducendo il dolore della sua morte in una speranza di vita per persone sconosciute. Un’altra parte del merito va indubbiamente al modello organizzativo disegnato dall’Ott, che sta portando a una migliore gestione delle attività e delle strutture di prelievo e trapianto di organi, tessuti e cellule sul territorio regionale, in una logica di rete c he tende al superamento delle differenze di attenzione e di impegno tra le diverse aziende sanitarie e ospedaliere”.


Livorno