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SIENA – Il regista Marco Filiberti ha abituato il pubblico a spettacoli ad alto impatto artistico ed emotivo.

Una certezza che si ripete con ‘Intorno a Don Carlos: prove d’autenticità’, a Siena, il 25 marzo, per la rassegna ‘Sipario Blu’ della stagione dei Teatri di Siena 2024-2025, direttore artistico Vincenzo Bocciarelli. «Un’opera per ricordare cosa l’uomo avrebbe potuto essere e non è stato», l’incipit con cui Filiberti cattura l’interesse per il suo Don Carlos, liberamente tratto dall’omonima opera del poeta tedesco Schiller.

Lo spettacolo è stato presentato al Teatro dei Rozzi da Filiberti, drammaturgo, regista, scrittore, attore; Bocciarelli, Nicola Sani direttore artistico dell’Accademia Musicale ChIgiana.

«Kammerspiel ad alta tensione, per la sua raccolta dimensione: intima e tragica– ha spiegato Filiberti -. Chi ama le arti troverà un mondo di grandi eroi romantici, limpidi sentimenti di statura mitica; luci e colori caldi e avvolgenti nella sapiente citazione dei capolavori di Rembrandt. I costumi di alta sartoria e trasversali alle epoche rendono lo scenario senza tempo, sempre attuale».

«L’opera di Filiberti – ha detto Bocciarelli – caratterizza la stagione dei Teatri di Siena chiudendo egregiamente il cartellone Sipario Blu. Conosciamo Marco, la sua capacità di realizzare progetti di alta qualità, per l’unicità, il valore simbolico ed emotivo, che il pubblico dei Teatri di Siena apprezzerà per il suo valore».

«Don Carlos – ha affermato Sani – è uno straordinario progetto di teatro laboratorio, uno spazio coinvolgente dove convergono diverse forme espressive e artistiche alla ricerca di un archetipo. Filiberti eleva il racconto a vicenda in cui si confrontano le condizioni dell’umanità. Il teatro diventa uno specchio delle sensazioni che convivono nel tempo: potere, amicizia, solidarietà, sopraffazione, sconfitta, amore, passione, musica. Sono rimasto colpito dal modo con cui la musica diventa parte essenziale di questa drammaturgia: non un elemento decorativo. ma componente centrale con una potenza artistica che supera quella della parola».

La trama supera certi schemi. Nella corte di Filippo II, l’infante Don Carlos, eccentrico ed epilettico, è accusato di una relazione incestuosa con la matrigna, la regina Elisabetta di Valois. Con l’aiuto dell’amico Rodrigo, marchese di Posa, il profondo e confuso desiderio di autenticità di Carlos è destinato alla liberazione dei popoli delle Fiandre, oppressi dal Re suo padre.

Ma il complotto di corte, guidato dal Duca d’Alba, avrà la meglio sul Principe e sui progetti escatologici di Rodrigo. Le sezioni originali compattano l’arco narrativo nella sua relazione con gli aspetti coercitivi della comunicazione di massa contemporanea. Il racconto è articolato magistralmente dai giovani attori. Questa ‘orchestrazione per piccolo organico da camera’ sostituisce la versione ‘sinfonica’ a ventitrè personaggi ridotti a cinque: Pietro Bovi, Diletta Masetti, Luca Tanganelli, Massimo Odierna, Giacomo Mattia.

Il pubblico segue una recitazione coreografata di grande bellezza, invenzione di Filiberti, che lo accompagna nei suoi progetti, dal teatro al cinema.

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