La semifinale tra Siena e Roma si trasferisce in un PalaLottomatica ancora ben lontano dall’essere riempito e lo fa nel migliore dei modi per i colori biancoverdi. Una partita, gara-2 vinta 91-67 dalla Mens Sana, che i ragazzi di Crespi hanno spezzato in due a cavallo dei quarti centrali per poi controllare agilmente con il passare dei minuti.
Assenze e resistenze Per la verità la partita era cominciata in grande equilibrio e addirittura la difesa dell’Acea aveva ben figurato nel riuscire a contenere l’attacco biancoverde. Lo aveva fatto pur non avendo a disposizione Goss, autentico leader della squadra ed elemento indispensabile per il sistema di Dalmonte. La manovra offensiva della Mens Sana infatti risentiva dell’aggressività dei marcatori virtussini che in un primo momento erano riusciti a chiudere bene gli spazi soprattutto sull’arco. In questa fase spicca quindi il lavoro di Ortner che, come spesso gli accade contro Roma, si è fatto ben trovare sia sul pick and roll che sui tagli a canestro. Carter invece ha dovuto aspettare il terzo quarto per sfuggire alle difficoltà nel costruirsi buone conclusioni.
La svolta La Montepaschi si arma di grande pazienza e diligentemente smonta pezzo per pezzo la difesa messa in piedi da Dalmonte, fino a trovare la definitiva chiave di volta per far crollare tutto: il tiro da tre. Non appena Viggiano insacca nel secondo quarto quella che è di fatto solo la seconda tripla della partita per i biancoverdi è come se tutto il castello di carte pazientemente costruito da Dalmonte durante la stagione venisse spazzato via di colpo. Improvvisamente la Mens Sana ritrova quelle percentuali dall’arco che anche in gara 1 avevano latitato e si porta sul +20 già nei primi minuti del terzo quarto. L’Acea sbanda, prova a reagire e poi molla definitivamente, ancora una volta senza ricevere alcunché dai propri esterni, troppo preoccupati dal servire Mbakwe per provare anche solo a costruirgli attorno una parvenza di manovra offensiva.
C’eravamo affatto amati La brutta notizia è l’uscita dal campo di Green nei primi minuti dell’ultimo periodo per un infortunio alla mano che si spera non pregiudichi la sua presenza in campo mercoledì. Resta ben poco da raccontare della partita se non del gestaccio del presidente romano Toti, che alle offese sempre molto puntuali che su di lui piovono dagli spalti del PalaEstra, ha risposto facendo un gesto delle manette di mourinhiana memoria. Gesto tra l’altro ripetuto anche all’uscita dal palazzetto, a ribadire un sentimento nei confronti della piazza senese che potrebbe essere definito abbastanza lontano dall’amore. La serie si sposta adesso a Roma, in attesa di sapere se la Virtus riuscirà a riempirlo e quanti tifosi risponderanno al richiamo della squadra. Oltre a questo c’è un duro lavoro ad attendere Dalmonte, letteralmente portato a scuola da Crespi in queste prime due partite. A Roma servono aggiustamenti e servono subito.