di Marco Buselli

Continua ancora a far parlare di sé, a distanza di anni, la discarica del Bulera, nel comune di Pomarance. È di questi giorni infatti l’attacco di Democrazia Civica, gruppo all’opposizione nel Consiglio del Comune geotermico, che esterna forti preoccupazioni per il disimpegno di fatto da parte della Società Chimica Larderello, che, a detta del gruppo consiliare, ormai da mesi non gestisce più il sito, passato a Dimensione Ambiente, che avrebbe già rilevato l’80% delle quote, entrando come socio di maggioranza nel capitale sociale della società di gestione della discarica. Una delle preoccupazioni maggiori di Democrazia Civica è che così si allarghi l’area di provenienza dei rifiuti, demandando inoltre la gestione ad un’azienda priva di legami con il territorio.

Ipotesi coinvolgimento del Comune Democrazia Civica avanza anche un’ipotesi di lavoro, chiedendo il coinvolgimento diretto del Comune o di un soggetto pubblico nel capitale sociale della società di gestione della discarica. Ipotesi su cui Dimensione Ambiente sembra dribblare, ponendo invece l’accento sugli aspetti compensativi, in termini di opere ed infrastrutture, manutenzioni alla viabilità e piani di sviluppo del territorio, oltre ad un «contributo volontario» che la società riconoscerebbe al Comune di Pomarance, legato ad «azioni di sviluppo socio economico locale». Mentre l’amministrazione comunale, a detta di Democrazia Civica, sarebbe aperta ad un ampliamento dell’area geografica dei conferimenti, a patto di una «ricaduta compensativa sul territorio», Democrazia Civica ricorda che «la sicurezza dell’ambiente in cui viviamo non può essere lasciata in mano a chi cerca solo profitto». Sul tavolo restano questioni strategiche, come la gestione del post mortem della discarica per i prossimi decenni, ma ancor prima la questione relativa alla tutela della risorsa idrica e alle opere ad essa collegate, che furono motivo di forte contrapposizione tra la parte pubblica e quella privata, proprietaria del sito. L’azienda ebbe poi degli obblighi in questo senso da parte della Regione, scaturiti al termine di una lunga serie di conferenze dei servizi.