tennis_disabiliPercorsi di integrazione per tutelare i disabili, la necessaria assistenza alle loro famiglie e la garanzia di un’occupazione. Un panorama auspicato dal presidente del comitato Paralimpico italiano Luca Pancalli, ospite a Firenze del convegno “L’integrazione sociale e i diritti dei disabili’ promosso dalla Uil.

Pancalli: «Urge partire su percorsi di integrazione ed inclusione sociale che non lascino nulla al caso» «E’ fondamentale che tutte le istituzioni, sia a livello nazionale che a quello locale, si rendano conto in maniera sempre più efficace e pervasiva della necessità di partire su percorsi di integrazione ed inclusione sociale che non lascino nulla al caso – ha spiegato l’ex presidente della Figc –. Per non lasciare nulla al caso io intendo la necessità che ci sia un’azione di governo nella sua complessità e che ponga al centro la persona disabile, con tutti i suoi diritti, alla quale ovviamente occorre riconoscere la persona con pari accesso. Per fare questo ovviamente sono anni che si battaglia nel nostro Paese, tante difficoltà ci sono ancora, tante battaglie si sono fatte, però ci sono due-tre temi delicati sui quali ancora fatichiamo a veder luce: uno è la necessaria assistenza per tutti i disabili gravi e gravissimi, ed in particolar modo alle famiglie. Quello che si fa è sempre troppo poco rispetto a quello che sarebbe giusto fare – aggiunge Pancalli -. L’altro è il tema dell’occupazione per affrancare da uno stato assistenzialistico tutti quelli che potrebbero lavorare, se messi nelle condizioni di poterlo fare».

«Lo sport strumento di politica per dare immagine di una disabilità protagonista del proprio agire» Pancalli ha, poi, evidenziato come la dimensione sportiva sia da esempio nell’integrazione sociale per l’ambito della disabilità. «Lo sport è un’isola felice per ciò che riguarda la visibilità su certi argomenti – ha detto –  Io ho cercato nel mio ruolo di coniugare l’aspetto squisitamente sportivo e quindi la dimensione di confronto agonistico, e il ruolo che lo sport può avere dal punto di vista delle politiche attive e sul territorio. Lo sport può far mostrare l’immagine delle persone disabili quando diventano protagoniste del loro agire, perché è stata data loro l’opportunità di farlo, e con questo diventare esempi positivi. Del resto lo sport è metafora della vita: se mettiamo le persone nella loro condizione di disabilità  di potersi esprimere con le loro abilità residue, ne facciamo dei campioni che facciano da traino per i ragazzi. Lo sport per noi è uno strumento di politica perché diamo l’immagine di una disabilità che vuole essere protagonista del proprio agire».

Cantini (Uil) «Pensione di invalidità in Isee? Ci batteremo perché non accada» «La disabilità riguarda tutti, anche chi non l’affronta quotidianamente nella propria vita – ha sottolineato nel suo intervento il segretario generale della Uil Toscana Francesca Cantini – Chiunque abbia un minimo di umanità e sensibilità non può non considerare questo tema come centrale della società che scegliamo di essere. Per questo è assurdo che il Governo decida di inserire nel calcolo dell’Isee la pensione di invalidità, che quindi verrebbe considerata a tutti gli effetti un reddito. Come sindacato, come Uil ci batteremo perché questo non accada».