«Questa è una bella occasione che la Regione Toscana organizza da anni, sono ormai 19 le edizioni (la prima è del 1996). E’ una forma di incontro straordinaria: sono giovani studenti che vengono da tutta la Toscana, addirittura dell’isola d’Elba, dalla lunigiana, dal grossetano. E’ una forma d’incontro all’insegna di un valore: la dichiarazione dei diritti umani, quella che nel 1948, il 10 dicembre a Parigi, segnò una crescita di civiltà, perché indicò quei valori fondamentali da salvaguardare». Così il presidente del Consiglio regionale toscano, Eugenio Giani, parlando a margine del Meeting sui diritti umani al ‘Nelson Mandela forum’ di Firenze.
Meeting sui diritti umani a Firenze «Oggi il tema è l’educazione, l’istruzione, l’articolo 26 della dichiarazione dei diritti umani: del resto ritengo che la penna e il lapis, strumento di civiltà, di cultura, crescita dell’uomo, siano uno dei valori fondamentali per un mondo di pace, solidarietà e dialogo.- ha aggiunto Eugenio Giani– La regione toscana attraverso questa occasione se ne sta facendo interprete, qui in cui il rapporto non è mediato ma è diretto con i giovani. E il clima, la partecipazione di questi 9.000 ragazzi lo dimostra. La Regione in questo ci riporta a Pietro Leopoldo, il granduca che abolendo per primo la pena di morte il 30 novembre 1786 indicò la Toscana come realtà in cui nascevano tolleranze e dialogo, la crescita della civiltà umana. Vi è un forte parallelismo tra i due momenti». Sul palco quest’oggi al ‘Nelson Mandela forum’ personaggi del mondo politico, come il deputato Pd, Khalid Chaouki,ma anche dello sport, come il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, il tutto sotto la conduzione di Carletto, deejay di RTL 102.5, il cantautore Roberto Vecchioni e della ‘Iena’, Nadia Toffa. «L’istruzione è la strada che permette di rapportarsi come uomo difronte al mondo. -ha aggiunto Eugenio Giani – Assieme alla formazione permette di prendere coscienza delle potenzialità che l’uomo può avere nel vivere e costruire un nuovo mondo in comunità. E’ sicuramente uno strumento di lotta contro la povertà e l’emarginazione. Uno strumento per capire il mondo e dare all’uomo quel giusto riconoscimento, soprattutto nell’epoca dell’Isis».