FIRENZE – Negli ultimi sei anni i ricorsi al Tar sono dimezzati. Erano 6.139 nel 2017, oggi sono 3.581. Quattro in meno rispetto al 2022.
I ricorsi pervenuti sono stati 1.532, in calo rispetto ai 1.700 del 2022: quelli definiti sono stati 1.536, anch’essi in flessione (1.919 dodici mesi prima). “Se noi fossimo a pieno organico riusciremo a smaltire molto più arretrato”, ha spiegato Roberto Pupilella, presidente del Tar Toscana, in occasione dell’aperture dell’Anno giudiziario amministrativo.
“Abbiamo avuto come giustizia amministrativa l’obbligo di eliminare il 70% delle pendenze accumulate fino al 31 dicembre 2019, e questo lo possiamo fare se abbiamo delle udienze straordinarie, come erano state finanziate, con il personale che abbiamo; oppure, se ci dessero la dotazione organica che dovremmo avere di diritto, e che invece è mancante – ha affermato il magistrato -. Dunque, ha concluso il presidente del Tar Toscana, “speriamo nei concorsi”, che però “non riescono mai a coprire il numero di posti che vengono banditi”.
In merito agli esiti del contenzioso, “in genere il 75-78% delle cause vengono definite in primo grado e non vengono appellate. Del 25-22% che rimangono – ha aggiunto – solo il 7-10% non viene confermato” in secondo grado, “quindi diciamo che le nostre sentenze hanno un grado di stabilità del 90% o anche un po’ di più”. La cerimonia è stata anche l’occasione per fare il punto sugli appalti.
Nel 2023 in Toscana la materia “ha visto un piccolo incremento” del contenzioso amministrativo rispetto allo scorso anno, arrivando a “120 affari, dei quali circa 90 già definiti”. In merito alla nuova normativa, nella sua relazione il presidente del Tar Toscana ha spiegato che “i tre principi, del risultato, della fiducia e dell’accesso al mercato vorrebbero essere dei binari che garantiscano le amministrazioni e i partecipanti alle gare pubbliche”, ma “in questo anno nessuno dei ricorsi depositati ha posto l’accento sui principi del risultato e della fiducia che costituiscono il cuore della scommessa del nuovo codice”.
Da qui la preoccupazione, espressa dal presidente del Tar Toscana, “che questi principi possano essere letti come un ritorno a un’amministrazione, che legga il principio della fiducia e la stipula di un’assicurazione personale che elimina la ‘paura della firma’, come la libertà di considerare il principio del risultato come una licenza per concentrarsi soltanto sulla velocità o economicità nella scelta del contraente con l’aggiudicazione, dimenticando o posponendo l’imparzialità e la tutela dei concorrenti”.