Incatenati per due giorni davanti al Consiglio Regionale. E’ la protesta che metteranno in atto i rappresentanti dell’associazione Sos Volterra martedi 25 e mercoledi 26 febbraio per difendere l’ospedale di Volterra dal pericolo depotenziamento.
8 posti letto in meno L’associazione Sos Volterra denuncia, infatti, la sottoscrizione da parte dell’amministrazione comunale del protocollo con Società della Salute e ASL che destina 8 posti letto dell’ospedale ”riconvertiti, o rimodulati, in cure intermedie dedicato ai pazienti post acuti, alla riabilitazione e ai pazienti terminali”. Una decisione che porterebbe l’ospedale dagli attuali 54 a 46 posti letto. «In questo modo andiamo ben al di sotto dei 50 posti letto – dichiarano i rappresentanti di Sos Volterra – e questo ci declassa a ospedale di serie C, e non lo diciamo noi di SOS, ma le linee guida di emergenza urgenza 2019 sull’emergenza intraospedaliera con ovvio e drammatiche conseguenze in primis per il pronto soccorso», Le Linee Guida 2019 sull’emergenza intraospedaliera descrivono, infatti, tre classi di Ospedali: quelli sopra i 500 posti letto, quelli fra 500 e 50 e quelli sotto i 50 posti letto, stabilendo per ciascuna di queste classificazioni, condizioni diverse di operatività.
Gli organizzatori: «Ci incateniamo perché la politica ci ascolti» «Saremo là, incatenati – spiegano gli organizzatori -, perché la politica ci ascolti. Facciamo appello a chi, speriamo numerosi, ci darà un sostegno morale con la propria presenza, anche se per soli pochi minuti. Nessuno ci dirà mai che vuol “chiudere l’Ospedale”, ma il rischio è che lo stesso si spenga pian piano, se non si investe da subito per garantire la massima operatività, evitando di lasciare da soli i professionisti e smettendo di operare tagli mascherati. Chiediamo quindi alla Regione Toscana, nel rispetto del protocollo dalla stessa approvato, che parla di potenziamento dell’Ospedale, di bloccare l’iter dei tagli, chiedendo allo stesso tempo un incontro urgente in Commissione Sanità regionale su questi temi fondamentali per la nostra comunità».
La vicenda «Il 30 gennaio – spiega l’Associazione – è stata una di quelle date da segnare indelebilmente sul calendario. Torre Toscano era strapiena di gente e anche le sedie supplementari, messe per l’occasione, non sono bastate ad accogliere tutti. Dopo una sapiente disamina su ciò che sta accadendo a livello generale, si è passati all’analisi del documento che parla della riorganizzazione del nostro presidio ospedaliero. Purtroppo il primo documento che il sindaco ha firmato sull’Ospedale di Volterra, prevede il taglio di otto posti letto ospedalieri, riconvertiti, o rimodulati, in cure intermedie, che non sono “Ospedale” ma “Territorio”. Il documento è stato firmato da Sindaco, Società della Salute e ASL. Il “piatto forte”, oltre ad aspetti a questo punto secondari, come la telemedicina o la chiusura del cerchio sull’automedica di notte, è proprio la “rimodulazione di posti letto per acuti” (leggesi “Ospedale”) in cure intermedie (col coinvolgimento dei medici di famiglia). Serve subito fermare questo folle piano, che porterebbe l’Ospedale di Volterra a 46 posti letto, mortificando chirurgia e ortopedia. È assurdo che tutto si sia svolto in un silenzio perfetto, e che abbiamo dovuto cercare, studiare, fare verifiche, senza che ci sia stato un minimo accenno di reale partecipazione su ciò che si stava decidendo. Abbiamo raccontato tutto alla popolazione, svelando anche i retroscena di questa operazione. Quel che è successo rappresenta una vera e propria vergogna. La certezza è una. Noi non molleremo un millimetro, finché questa porcheria non sarà cancellata».
«Certi documenti prima di essere firmati dovrebbe essere quantomeno letti e capiti» «La frittata è fatta! – prosegue lìAssociaizone Sos Volterra – Condita ben bene in modo da farcela mangiare senza farci accorgere del veleno che c’è dentro. Giovedi 30 abbiamo parlato ad una sala Melani gremita di gente che fino a mezzanotte ha assistito al nostro dibattito incontro. Riassumere il tutto non è facile. Partiamo dalla pagina 128 del nuovo piano sanitario regionale che cosi recita “La ridefinizione delle funzioni strategiche di piccole dimensioni deve prevedere il rinforzo del ruolo della degenza di Medicina generale per acuti e, come già anticipato, la riconversione di posti letto specialità chirurgiche in posti letto di cure intermedie, configurati a prevalente assistenza infermieristica come per l’ospedale di comunità, con presa in carico del medico di medicina generale. In tal modo si viene a ridefinire anche il ruolo dei piccoli ospedali come strutture modulari che svolgono funzione di incontro/integrazione tra territorio e ospedale” Anche ad un occhio non molto attento appare subito chiaro che, pur non essendo fatto il nome del nostro ospedale, questa insalatina di parole e aggettivi veniva condita non solo per noi, ma anche per noi! Pure qui dalla nostra politica locale silenzio assoluto ..ma l’avranno letto? Si passa poi ad un secondo documento del 25.11.19 dove prima si scrive che verrà mantenuta l’attività chirurgica attuale, senza però specificare che si deve mantenere il livello di complessità attuale degli interventi (ad esempio una frattura al femore oppure una operazione di protesi al ginocchio), per poi dichiarare quasi da ultimo che si mette la zeppa al nostro nosocomio in questi termini: “Rimodulazione dei p.l. (posti letto) per acuti in un nucleo di cure intermedie a gestione medica in sede ospedaliera, dedicato ai pazienti post acuti, alla riabilitazione e ai pazienti terminali dal 30.06.2020”. Tradotto in volterrano vuol dire che parte dei posti letto del nostro ospedale andranno a costituire letti di cure intermedie, che è bene precisare, come spiegato ieri, non sono letti ospedalieri e che i vari ospedali di comunità NON sono ospedali per acuti come abbiamo oggi! Poi si passa ad un terzo documento del 16.01.20 dove si prevede l’attuazione di numeri 8 posti letto di cure intermedie all’interno dell’ospedale! Ovvio che questi 8 posti letto non andranno ad aggiungersi ma a sottrarre 8 posti letto del nostro nosocomio.
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Certi documenti prima di essere firmati dovrebbe essere quantomeno letti e capiti. Le insidie si nascondono tra frasi pompose e macchinose, e ora che si è apposta la firma, a frittata è fatta. Noi di SOS non staremo a guardare» conclude la nota.