La partecipazione del presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani al convegno tenutosi alla Palazzina reale di Firenze organizzato dal giornalista Francesco Di Costanzo sull’espansione a livello istituzionale in tutta Italia dei social media per comunicare con i cittadini e per diffondere i servizi, è servita per mettere a conoscenza di alcune novità cui il membro della giunta nazionale del Coni sta pensando. «Ci sono tutta una serie di servizi che stanno all’interno della regione e che rispondono non tanto al presidente della giunta ma al presidente del Consiglio -ha spiegato Eugenio Giani -. Mi riferisco ad esempio al garante delle comunicazioni e all’istituto ad esso presieduto, mi riferisco dunque al Corecom, il comitato per le comunicazioni toscane. Ho cercato di dare una scrollata in quel settore, credo che i risultati si vedano perchè stiamo raggiungendo seimila conciliazioni, ovvero causa sui telefoni e sui servizi di comunicazione che altrimenti sarebbero andati a riempire i tribunali ordinari ma anche quella funzione di supervisione che il Corecom esercita i mezzi di comunicazione, a quelli dei servizi pubblici. Io cerchero’ di utilizzare in questo senso la funzione del difensore civico che negli anni ’80-’90 era garante di un rapporto del singolo cittadino con l’amministrazione ma che invece vorrei trasformare in una figura che agevola mediazioni e comunicazioni fra istituzioni e pubblici cittadini. Questa riforma del difensore civico ci permetterà di rapportarci con il mondo delle comunicazioni social».
Difensore civico, Giani e Rossi Proprio riguardo alla figura del difensore civico si era aperta nelle scorse settimane una frattura all’interno della Regione Toscana fra Eugenio Giani, che guida il Consiglio regionale, ed Enrico Rossi, al timone della giunta. Il motivo è la scelta di alienare alcuni immobili, compreso Palazzo Bastogi (ex sede di Fondiaria eppoi della presidenza della giunta e oggi a disposizione del Consiglio regionale) decisa dal governatore della Toscana, cosa che ha fatto infuriare Giani. La decisione sarebbe stata presa dal governo regionale di Rossi a quanto pare senza coinvolgere l’assemblea. Secondo Eugenuio Giani, la situazione è imbarazzante: «Le procedure relative alle alienazioni di beni immobili -afferma – prevedono che il piano di vendita sia preventivamente inviato al Consiglio, il quale, nel termine di sessanta giorni, trasmette alla Giunta osservazioni e proposte. La legge n. 77 del 2004 all’articolo 20 prevede che la proposta della Giunta debba essere valutata dal Consiglio regionale. Il Consiglio non è stato assolutamente coinvolto. Esprimo, dunque, forte imbarazzo, anche a fronte di una recente riorganizzazione delle sedi e degli uffici dell’Assemblea toscana. Tra queste sedi mi preme ricordare anche quelle degli organismi indipendenti come Corecom (Comitato regionale per la comunicazione) e Difensore civico, che prima erano in affitto in immobili per i quali il Consiglio si assumeva i costi e che, ad oggi, sono invece tutti collocati in spazi dello stesso Consiglio, quindi, in luoghi che appartengono ai cittadini toscani».