gdfUn imprenditore cinese del settore dell’abbigliamento, attraverso documenti falsi e trucchi contabili, avrebbe evaso 7 milioni di euro di tasse. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza. I reati contestati sono «dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture ed altri documenti inesistenti, dichiarazione infedele e contrabbando». La verifica fiscale è stata condotta sugli ultimi 4 anni della società con sede a Prato.

Contrabbando, frode fiscale e dichiarazione infedele Ad incuriosire i finanzieri è stato un meccanismo contabile, poi rivelatosi fraudolento, escogitato dall’imprenditore tramite la fittizia costituzione di una stabile organizzazione ad Hong Kong – di fatto un’articolazione della casa madre all’estero – che gli consentiva di risparmiare il 30% dei dazi doganali ma anche di evadere l’Iva all’importazione, presentando in dogana fatture per importi inferiori a quelli reali. Fondamentali, in questo caso, i dati contabili e di gestione “nascosti” sul computer portatile del titolare della società sottoposta a controllo nonché la ricostruzione delle giacenze di magazzino, uniti alla documentazione extra-contabile rinvenuta nella sede della società: un incrocio di dati ed elementi che conduceva i militari alla constatazione di un’evasione fiscale alle imposte dirette per quasi 7 milioni di euro, all’Iva per quasi 2 milioni di euro e ai dazi doganali per circa 100.000 euro, con conseguente denuncia dell’imprenditore alla Procura della Repubblica di Prato per i reati di contrabbando, frode fiscale e dichiarazione infedele.