Potere e populismo. Temi attualissimi a cui ci riporta “Dialoghi di profughi”, tra i testi più divertenti e allo stesso tempo amari di Bertolt Brecht, portato in scena da Claudio Ascoli e i suoi Chille de la balanza, venerdì 6 dicembre al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (ore 21). Oltre ad Ascoli, nel ruolo dello stesso Brecht, saliranno sul palco Matteo Pecorini e Rosario Terrone.
Lo spettacolo Bertolt Brecht scrisse “Dialoghi di profughi” negli anni Quaranta, durante il periodo finlandese del suo esilio iniziato il giorno dopo il rogo del Reichstag. Lo spettacolo parte dall’arrivo a Helsinki. Brecht (Claudio Ascoli) ha con sé le voci e le presenze della sua famiglia allargata e delle sue donne: la moglie e attrice Helene Weigel, la dolce collaboratrice e innamorata Margarete Steffin, e ancora Ruth Berlau, attrice e regista danese conosciuta a Copenaghen, ben presto sua appassionata amante. Al ristorante della stazione, davanti a un boccale di birra, Brecht scrive senza sosta i “Dialoghi di profughi”. Ecco arrivare due giovani attori (Matteo Pecorini e Rosario Terrone): vengono da Copenaghen, dove hanno recitato “Teste tonde e teste a punta”, altra commedia brechtiana. D’un tratto il ristorante si trasforma in teatro e prende vita il divertente dialogo tra lo scienziato-intellettuale Ziffel e l’operaio Kalle. Uno strano intellettuale e un non meno strano operaio. Nella conversazione ogni tanto appare Hitler, citato come l’Imbianchino o il Comediavolosichiama. Come spesso gli accadeva, dopo averli abbozzati in grandi linee, Brecht non diede l’ultima mano ai Dialoghi né vi ritornò dopo. Furono pubblicati, incompiuti, solo dopo la sua morte nel 1962.