Nel mio piccolo, sono contenta: ho scoperto perché si dice che il primo vampiro, il conte Vlad Tepes meglio noto come Conte Dracula, sia originario della Romania. Uccisioni, impalature e massacri non c’entrano niente. Quella è la versione degli storici. Il vero motivo per cui Vlad si dedicó al consumo esclusivo di “carne molto al sangue” è perché non amava le verdure, componente fissa di uno dei piatti nazionali rumeni: le zuppe.
Quello con la ciorba (zuppa in rumeno) é un appuntamento quasi quotidiano, e molto amato, della dieta rumena, a prescindere da ceto di appartenenza e stagione in corso. Ma se vivi in Transilvania e non ti piacciono le verdure sei spacciato: pomodori, cipolle, fagioli, patate, cavolo e verza sono presenti in quasi tutte le innumerevoli versioni, a prescindere dalla componente principale della ciorba prescelta. Poco importa se l’ingrediente principe é maiale, pollo, manzo o persino la trippa, verdure e legumi sono il leit motiv delle ciorbe. Evidentemente, il conte Vlad non li amava e la sua reazione, per quanto un tantino esagerata, fu inevitabile. Dalla carne al sangue, al sangue tout court, anche il passo fu breve. Scherzi a parte, la vera sorpresa di un recente viaggio in Transilvania è stata scoprire che la ciorba è gradevole pure in piena estate, quando fuori è un caldo da paura e l’idea di consumare una zuppa bollente fa davvero venire voglia di diventare vampiri piuttosto che mangiarla. Ho passato settimane a osservare (lo so, é da maleducati, ma la curiositá gastronomica é irresistibile) i miei vicini di tavolo al ristorante consumare ciorbe a pranzo e a cena e alla fine mi sono arresa. Dovevo provarne una anche io. Altrimenti, che senso ha visitare un Paese e astenersi dal cibo nazionale?
Quindi qualche giorno fa, in una calda serata agostana, tanto per ricordare che nonostante gli sconvolgimenti climatici l’estate è sempre torrida, mi sono buttata e ho ordinato la prima ciorba della mia vita. Niente di particolarmente azzardato per caritá, anche la sperimentazione deve avere dei limiti, ho optato per un vero classico: ciorba de cartofi (zuppa di patate). Ed é stata una rivelazione. Buonissima. Nonostante fosse bollente e il termometro fuori girovagasse intorno ai 30 gradi. La mia ‘ciorba de cartofi’ aveva un gusto pieno e delicato, con una sfumatura di affumicato regalatale dal bacon a fettine che la rendeva stuzzicante. Me la sono goduta dalla prima all’ultima cucchiaiata, alla faccia mia e di tutti quelli che credono le zuppe immangiabili quando arriva l’estate. Magari un potente minestrone italiano con fagioli e porri per pranzo a Ferragosto non mi avrebbe sorpreso altrettanto positivamente, ma in fondo, il minestrone mica fa parte dei nostri piatti nazionali.
La ricetta consigliata Per chi volesse cimentarsi con la ‘ciorba de cartofi’, sono riuscita a rabberciare una ricetta dialogando in un esperanto di italiano, inglese e rumeno con l’aiuto cuoco del ristorante dove ho mangiato la mia. Io ve la scrivo, ma non rispondo dei risultati. Prendete mezzo chilo di patate, quelle nuove sono perfette, due cipolle, 1 peperone giallo non molto grosso (in Romania usano quelli bianchi, ma da noi non li ho mai visti e spero si possano sostituire con quelli gialli), due carote, due pomodori maturi, un ciuffo di prezzemolo fresco, uno di coriandolo, un mezzo litro abbondante di brodo vegetale, 150 ml di panna acida, due tuorli d’uovo, tre fette di pancetta affumicata, sale e pepe, due cucchiai di olio e una noce di burro. Lavate, spellate e tagliate a pezzetti tutte le verdure lasciando intatti prezzemolo e coriandolo e fate soffriggere la cipolla nell’olio e burro. Quando è dorata, aggiungete le verdure e fate cuocere per cinque minuti, lasciandole insaporire, quindi versate il brodo e fate sobbollire per una mezz’ora, finché patate e carote diventano morbide. Passate le verdure nel minipimer e riducetele in crema, quindi unite il bacon tagliato a striscioline, aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere ancora cinque minuti. Completate la cottura unendo alla ciorba i due tuorli d’uovo e la panna acida. Spolverate con prezzemolo e coriandolo tritati e servite caldo.