Sono i detenuti del Carcere fiorentino di Sollicciano gli attori che portano in scena, martedì 30 giugno con replica l’1 luglio (inizio dello spettacolo 20.45, arrivo del pubblico entro le 20), la riscrittura dell’opera del francese Alfred Jarry “Ubu Roi”. Con la regia di Elisa Taddei di Krill Teatro, la Compagnia di Sollicciano racconta la storia della conquista del trono di Polonia da parte di Padre e Madre Ubu attraverso uno spettacolo che è il caposaldo del teatro dell’assurdo.
Detenuti attori Il progetto ‘Teatro a Sollicciano’, che ha il sostegno della Fondazione Carlo Marchi e della Regione Toscana, vede la partecipazione degli studenti del Liceo Artistico di Porta Romana di Firenze. Nato nel 2004, il progetto è stato accolto dalla Direzione del Carcere di Firenze e approvato dal Coordinamento Teatro e Carcere promosso dalla Regione Toscana e finora, ogni anno, è stato realizzato un nuovo spettacolo, quindici fino ad oggi. Gli spettacoli sono il risultato di percorsi di lavoro della durata di un anno e hanno coinvolto finora oltre 250 detenuti tra attori, scenografi, assistenti al suono e alle luci.