«È mio dovere, anche nel rispetto dell'incarico che pro-tempore sono stato chiamato a svolgere, diffidare fermamente te e chiunque altro del perseverare nella diffusione di giudizi palesemente falsi e lesivi della mia onorabilità, del mio impegno politico e istituzionale, della mia storia». È con queste parole che il presidente del Consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci si rivolge ai suoi “compagni” di partito Simone Vigni e Luca Rinaldi, rispettivamente responsabili del comitato per le primarie di Renzi e Bersani. Fresco della riconferma nello scranno più alto del Parlamento toscano (leggi), e dopo mesi in cui ha inghiottito bocconi amari, Monaci prende carta e penna e scrive. Scrive a Vigni perché l’ex sindaco di Siena (cui Vigni fa riferimento) Franco Ceccuzzi intenda. Insomma, a Siena la pace nel Pd sembra ancora lontana.
 
Le parole dei comitati pro Renzi e Bersani «Le criticità di Siena, a partire dalle difficoltà della Banca Mps e di gran parte del sistema economico, non si risolvono né con la logica dello “scarica barile” né con quella della distruzione di “tutto e tutti” per tentare di conquistare o far conquistare a qualcuno, vicino alla famiglia, un “posto al sole” o uno scranno in Parlamento», così qualche giorno fa Vigni e Rinaldi si erano rivolti ad Alberto Monaci, convolgendo anche l’attuale vicepresidente della Provincia, Alessandro Pinciani. «Chi crede che Alberto Monaci non sia stato coinvolto nelle scelte politiche del Pd? Chi crede che Alfredo Monaci non abbia partecipato alle decisioni? Chi crede nella “verginità politica” di Alessandro Pinciani, vicepresidente della Provincia dal 2006 e già vicesegretario del Pd provinciale? Per noi guardare al passato è deleterio ma, di fronte alle bugie, farlo è inevitabile». Ad infiammare l’intervento della coppia dei responsabili dei comitati cittadini forse anche una intervista rilasciata ad agenziaimpress.it proprio da Monaci (guarda).
 
«Primarie, occasione di partecipazione» «Riteniamo gravissime le posizioni di chi dice di essere nel Pd e poi, da fuori e da dentro ad associazioni politiche, infanga il “suo” partito, gli iscritti e la città, gettando ombre e infamia su tutto e tutti. Su fantasiose ricomposizioni non si accettano passi indietro o sconti. Ognuno di noi, nonostante il sostegno a due candidati diversi, è unito dalla volontà di fare delle primarie, una straordinaria occasione di partecipazione, di crescita, di apertura e di rinnovamento. Indietro non si torna, perché il cammino del cambiamento è già avviato».
 
«Disposto a confrontarmi di fronte a 5000 presenti» Alle parole dei due coordinatori dei comitati senesi per le primarie replica,appunto, Monaci. «Non esprimo giudizi sulla tua persona – è la risposta – perché ti conosco appena di vista. Se vuoi parlare di me sei pienamente autorizzato, documentandoti, però, prima sull'attendibilità dei fatti che mi attribuisci. Disposto a pubblici confronti dove vuoi, con almeno 5000 presenti. Se ti disturba il confronto, con disappunto, dovrò disturbare qualche avvocato, perché si ristabilisca la verità su fatti e circostanze, con ampia facoltà di prova da parte tua».
 
«Perché le dimissioni del sindaco?» «Dobbiamo ancora capire – si domanda Monaci – perché l'ex Sindaco di Siena è fuggito abbandonando il Comune nella mani del Commissario. Perché la tanto acclamata discontinuità si è tradotta in persone che, con una ossessiva continuità nella gestione, oggi si pongono come unici padroni della Città. Con il risultato di far pagare la distruzione di un patrimonio costruito a Siena in 500 anni soltanto ai lavoratori che, con un furbesco trabocchetto, non verranno licenziati dalla banca MPS subito ma questo sgradevole compito sarà lasciato domani al servitore sciocco di turno».
 
Avanti una nuova classe dirigente Poi Monaci manda precisi messaggi che paiono andare anche oltre l’attuale conflitto. «Per superare la crisi politica, economica e sociale che investe Siena dobbiamo essere uniti e selezionare la migliore classe dirigente e i migliori amministratori. Che non potranno essere che nuovi. Non possiamo commettere l'errore di partire dal passato né lontano né recente, perché ha già avuto la sua opportunità e l'ha bruciata. Chi ha fatto autocritica, avendo ammesso di avere gestito tutto negli ultimi dieci anni e di avere sbagliato, oggi deve fare un passo indietro. Perché a Siena il PD vuole vincere le elezioni e per farlo serve una novità politica che dimostri di non essere il burattino senza fili di qualcun altro».

I movimenti nel Pd senese La situazione resta dunque ancora incandescente dentro il Partito Democratico senese. E mentre gli iscritti stanno cominciando a posizionarsi sulle opzioni Renzi o Bersani in vista delle primarie di novembre, a tenere banco a Siena è ancora lo scontro Ceccuzzi versus Monaci. Ad onore del vero occorre dire che vi sono poi altri gruppi ormai ai margini della vita di partito, come quello che fa riferimento all’ex sindaco Maurizio Cenni che venerdì scorso si è ritrovato ad un incontro molto partecipato. Così come era stato partecipato l’incontro organizzato una decina di giorni fa da Monaci con Fioroni, Clini e Bonanni (leggi). I fedelissimi di Ceccuzzi per adesso hanno dovuto inghiottire il boccone amaro della raccolta di firme per le elezioni anticipate andato a vuoto e poco altro. Mentre lo stesso ex sindaco si vede sempre meno in giro per la città e il suo silenzio (come quello dell’ancora segretario dell’Unione comunale del Pd, Giulio Carli) si fa sempre più assordante. 

Colpisce semmai che a prendere le difese dell’ex sindaco siano all'unisono i due rappresentanti dei comitati elettorali per Bersani e Renzi. In tutta Italia il confronto tra i due schieramenti è decisamente aspro, invece a Siena, strana anomalia, vi è unità d’intenti ed entrambi si concentrano contro il presidente del Consiglio, il senese Monaci. E qualcuno si domanda se era proprio necessario utilizzare le primarie per proseguire una polemica che va avanti dalla primavera scorsa.