Ancora una volta il futuro della sinistra italiana sembra passare da Siena. Almeno quella che fa riferimento al Partito Democratico e agli stracci che continuano a volare da quelle  parti. Ha sorpreso, infatti, la decisione annunciata alla kermesse della Leopolda del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, di chiudere la campagna per le primarie del Pd proprio in città (sabato 24, PalaEstra, ore 21.30). Una mossa a sorpresa che potrebbe scompaginare i fragili equilibri senesi in vista della prossima campagna elettorale alle porte per il nuovo sindaco. Che succederà al partito più forte d’Italia se la componente renziana, guidata da quattro sindaci battaglieri come Emiliano Spanu, Stefano Scaramelli, Bruno Valentini e Roberto Bozzi (c’è anche Fabrizio Fè ma non è dentro il Pd per adesso), dovesse ottenere un successo clamoroso?

La candidatura in solitudine Noncurante della competizione nel proprio partito tra renziani e bersaniani, l’ex sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, già da qualche giorno è sceso in campo (leggi) per candidarsi alle primarie del centrosinistra. In solitudine. E proprio stasera ha convocato i suoi per un primo incontro “di ascolto e confronto”. Il tentativo spavaldo di chi non si occupa ormai più di questioni nazionali e vuole andare dritto per la sua strada? Oppure l’estremo tentativo di evitare la conta e il “confronto vero” dentro il partito una volta chiariti i rapporti di forza tra componenti dopo le primarie? Potrebbero essere in parte vere entrambe le ipotesi.

L’accoglienza fredda della città Certo è che la città non sembra aver accolto con calore la notizia della autocandidatura di Ceccuzzi, peraltro nell’aria da molte settimane (leggi), provocando più di un malumore. Eppure, fino a qualche settimana fa le cose sembravano andare per il verso giusto. E gli accordi siglati sia con Renzi che con Bersani (per tramite del presidente della Regione Enrico Rossi) sembravano proiettarlo in una candidatura perfino blindata.

Il patto del 2 luglio Con Renzi, pare, Ceccuzzi aveva avuto un incontro riservatissimo proprio nel giorno del Palio del 2 luglio scorso. Mentre i senesi discutevano di monte e posti ai canapi, Ceccuzzi e Renzi definivano la nomina dell’avvocato Alberto Bianchi (fedelissimo del sindaco fiorentino tanto da essere il tesoriere della sua fondazione Big Bang) a presidente del collegio sindacale del Consorzio Operativo Mps. Una mossa che aveva permesso a Ceccuzzi di ricevere l’investitura di Renzi a ri-candidato dal palco della Festa democratica dello scorso agosto in Fortezza.

L’assenza dei big per Bersani Con il secondo, Ceccuzzi ha provato a dialogare appunto per tramite di Rossi, (che egualmente dalla festa della Fortezza aveva annunciato la ricandidatura), ma poi gli affetti si sarebbero raffreddati proprio per questo gioco di sponda sul piano nazionale (leggi). E l’ultima volta che Rossi è venuto a Siena ha solo “scherzato” con il “sindaco Ceccuzzi”. Altri leader o “big” del Pd a favore di Bersani a Siena non si sono visti, sia perché, si dice, da Siena nessuno li avrebbe chiesti (e la campagna per Bersani procede timidamente), sia perché per molti è meglio tenersi alla larga dalla città del Monte.

Gli stracci tra tesorieri A complicare la faccenda senese anche la schermaglia dialettica che vede fronteggiarsi due tesorieri, Ugo Sposetti, ex Ds, e appunto l’avvocato Bianchi, tesoriere della fondazione Big Bang. Il primo è venuto a Siena qualche settimana fa ad annunciare querela contro il giornale on line, ilcittadinoonline.it; il secondo ha replicato allo stesso Sposetti che «con il solo scopo di gettare discredito su Renzi, attribuisce cifre inverosimili e campate in aria agli eventi della campagna per le primarie» (leggi). Insomma, volano stracci anche tra tesorieri.

In questo scontro, a rimanerne isolato potrebbe essere proprio Franco Ceccuzzi che fino a quando ha potuto ha trattato con entrambi. Ma l’arrivo di sabato prossimo a Siena del sindaco di Firenze, che già ha "rottamato" la classe dirigente senese degli ultimi 15 anni" (leggi), rischia di renderlo ancora più un candidato isolato. Un ricandidato che dopo lo slogan "Siena Meravigliosa 2.0" del 2011 ci riprova adesso con "Avanti, Siena". Forse troppo avanti da essere rimasto solo. Ma per il momento anche l’unico.