«Attenzione a non scatenare una guerra tra poveri». E’ l’appello accorato lanciato dai sindacati toscani dopo le polemiche accesesi attorno al progetto ‘Vita indipendente’. Cgil, Cisl e Uil e le rispettive Federazioni dei pensionati, «condividono la richiesta dei disabili che rivendicano la piena applicazione della delibera regionale che conferma le risorse per il 2016 pari a 9 milioni di euro per il finanziamento dei progetti di Vita Indipendente. E’ doveroso che ci sia uniformità nell’applicazione delle direttive su tutto il territorio regionale, così come è doveroso che dalla fase di sperimentazione si passi alla messa a regime e si dia continuità ai progetti superando la logica dell’assistenzialismo e del ricovero in istituto, per ricercare la piena inclusione delle persone disabili nella società e nella collettività».
Gli aspetti positivi Al tempo stesso si da atto alla Regione Toscana «di avere dimostrato attenzione alla volontà della persona disabile di autodeterminarsi: sono poche le regioni nel Paese che hanno deliberato in merito alla vita indipendente». I sindacati segnalano però alcune criticità: «Con l’ultima delibera sulla Vita indipendente sono stati fatti alcuni cambiamenti: i destinatari sono i disabili con più di 18 anni ed è stato tolto il limite dei 65 anni, se permangono le condizioni e i requisiti per il mantenimento del finanziamento. I progetti in molti casi prevedono l’assunzione di un assistente personale con contributi a cadenza mensile che vanno da 800 a 1800 euro, indipendentemente dalla situazione patrimoniale».
Guerra tra poveri «Le risorse per Vita indipendente – notano Cgil, Cisl e Uil – vengono dal Fondo per la non autosufficienza e, visto che la coperta è corta, non vorremmo si scatenasse una guerra tra poveri, che alla fine penalizzasse i tanti anziani over 65 non autosufficienti che, è giusto ricordarlo, ricevono il contributo badante in base all’ISEE, con importi da 150 a 450 euro Senza voler urtare la suscettibilità di nessuno – concludono i sindacati – ci chiediamo se la differenza tra un disabile di 65 anni con assistente personale e un non autosufficiente di 65 con la badante è tale da giustificare queste disparità. Riteniamo inoltre che non sia applicabile la teoria dei vasi comunicanti: se si aumentano le risorse per Vita Indipendente, non devono diminuire quelle per la non autosufficienza».