Il drappellone del Palio del 2 luglio 2011, dedicato ai 150 anni dell'Italia unita
Il drappellone del Palio del 2 luglio 2011, dedicato ai 150 anni dell'Italia unita
Il drappellone del Palio del 2 luglio 2011, dedicato ai 150 anni dell’Italia unita

Mai come in questo anno c’è stata una così forte e fertile attenzione alla dedica del drappellone del Palio di agosto. Che una dedica già ce l’ha sempre: è dedicato alla Madonna Assunta. Il resto va inscritto nell’alveo delle citazioni, delle sottolineature affidate alla creatività di un artista, da parte di una committenza – il Comune – consapevole che, comunque, appunto, il tema del drappellone e l’invito a citazioni di contesto sono una cosa, mentre la dedica è un’altra ed è appunto consolidata dalla nostra tradizione, nel nome dell’Assunta ad agosto e della Madonna di Provenzano a luglio.

Ma rimaniamo al tema della dedica, così come da mesi viene attualizzato da una serie di proposte snocciolate sempre con la certezza che rappresentino al meglio il “sentire comune senese”. Si è partiti con il bicentenario della morte di Paolo Mascagni, scienziato senese del ‘700, inventore dell’Accademia dei Fisiocritici. Poi si è passati alla perentoria indicazione della celebrazione dei 50 anni dalla morte del Conte Chigi, di cui era già stata celebrata la dipartita con il drappellone del 1985, nel ventennale della morte. Quindi si è arrivati alla proposta della dedica in occasione dell’Expo, evento di portata mondiale, ciclicamente ricordato in altre epoche paliesche. Infine, dato per scontato che probabilmente mi sono perso altre puntate, eccoci alla proposta più bella e suggestiva, quella per i 700anni della Maestà di Simone Martini. Lanciata dal Club Unesco e prima ancora da un gruppo spontaneo nato su Facebook.

Premetto: i drappelloni con dediche che celebrano le morti non mi piacciono e dei tributi agli scomparsi senesi illustri ritengo – personalmente – che ci sia bisogno nell’attualizzarne le gesta nella nostra scialba contemporaneità, più che nelle dediche dei drappelloni. Celebrare una sfida all’arte e alla cultura come lo fu 700 anni fa la Maestà di Simone Martini, significherebbe invece rinnovare una sfida di Siena al mondo. Perchè la dedica del drappellone, o meglio il suo tema, o è una sfida della città, un messaggio al mondo che guarda al presente e al futuro, oppure è solo un ripiegato sfoggio di erudizione nel sottolineare anniversari, personaggi e circostanze del passato.

"Maestà" di Simone Martini
“Maestà” di Simone Martini

Ma se la sfida di Simone Martini merita attenzione, perchè, allora, non estendere il senso della sfida degli artisti senesi – come suggerisce anche il Club Unesco – al Lorenzetti, anticipatore di tutta evidenza dei temi e dei valori dell’Expo, negli effetti del Buongoverno in campagna. Scrive il Club Unesco: in quel dipinto «c’è la fertile campagna del nostro olio e dei nostri vini, distesa fino al mare, con una visione d’assieme del territorio storico di Siena: che c’è di meglio per preparare una larga attenzione alla mostra sul Lorenzetti che si spera possa coprire tutti i mesi invernali e primaverili prossimi venturi?».

"Effetti del Buongoverno in campagna", Lorenzetti
“Effetti del Buongoverno in campagna”, Lorenzetti

Dunque, invece che schierarsi sempre pro o contro qualcuno o qualcosa, anziché sventolare la maglietta della propria proposta di dedica, sarebbe bello che nell’anno in cui il mondo viene in Italia per l’Expo, anche attraverso il tema del drappellone di agosto, Siena lanciasse una propria sfida al mondo, per ribadire: i nostri artisti, nel diffondere messaggi di pace e bellezza come la Maestà di Simone Martini o di sereno equilibrio con la natura e con la terra, come la campagna raccontata da Lorenzetti, ci sono arrivati prima di tutti, secoli fa. Prima di tutti gli artisti che andranno in mostra all’Expo (una sessantina di opere solo da Firenze); prima degli intellettuali che dall’Expo ci spiegheranno cose che noi sappiamo da secoli.