All’alba di questa mattina, la Polizia di Stato senese ha effettuato perquisizioni personali e domiciliari a carico di alcuni minorenni componenti della banda che da diversi mesi terrorizzava i coetanei in città. I giovani sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al compimento di una serie indeterminata di delitti, in modo particolare rapine e furti. Dalla primavera scorsa, molti ragazzi di Siena sono stati costretti ad uscire di casa con la paura di essere presi di mira dalla “baby gang” che imperversava sul territorio.
Per l’egemonia della città In diverse documentate circostanze, senza alcun motivo e solo per imporre la propria egemonia nella città del Palio, facendosi forza del gruppo, picchiavano i coetanei, pretendendo da loro soldi, li minacciavano intimando loro di non azzardarsi a sporgere denuncia alla polizia, pena conseguenze ancora più gravi, o commettevano furti ai danni di ignari titolari di attività commerciali. Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica per i Minorenni di Firenze, Antonio Sangermano, unitamente al Sostituto Procuratore Ersilia Spena, sono scattate a seguito di alcuni interventi dei poliziotti delle Volanti della Questura di Siena, poi sviluppati dagli investigatori della locale Squadra Mobile.
Escalation di violenza Una decina i giovani già individuati come componenti fissi della gang, ma altri sono prossimi ad una precisa identificazione. In particolare, sarebbero principalmente due di loro, rispettivamente di sedici e quindici anni, i capi e promotori dell’associazione criminosa in questione, secondo l’ipotesi delittuosa costruita dalla Procura per i Minori. La banda ha fatto parlare di sé da diversi mesi. Un’escalation di violenza gratuita che ha raggiunto il suo culmine nei fatti accaduti pochi giorni fa, allorquando un giovane bengalese senza fissa dimora, incrociato per strada da due componenti del gruppo, è stato preso a calci e pugni, colpevole di essersi avvicinato per chiedere spiegazioni degli sputi ricevuti senza alcun motivo. La Procura Minorile sta coordinando le indagini della Polizia di Stato, seguendo una linea improntata al massimo rigore, ritenendo inammissibile che una città sia prigioniera della violenza.