Il day-after a Sesto Fiorentino ha il sapore dei veleni tenuti sopiti nel Pd, del retrogusto amaro della prima volta di mancato successo di un candidato del centro sinistra al primo turno e dei messaggi trasversali a Matteo Renzi da chi assapora il sapore del grande ribaltone.
Mal di pancia nel Pd La conferenza stampa del candidato del Partito democratico, Lorenzo Zambini era stata fissata ad urne aperte già nella prima parte della giornata di domenica e la cosa non ha portato benissimo. E se il premier aveva auspicato una vittoria immediata del 38enne scelto per succedere a Sara Biagiotti, disarcionata con voto di sfiducia a luglio scorso di otto consiglieri di maggioranza, non solo non è stato accontento, ma dalle prime parole dello stesso Zambini la paura della sconfitta è reale. «Il risultato non lo nascondo è leggermente sotto alle nostre aspettative però ci aspettano due settimane per fare chiarezza, e per capire anche le posizioni in campo – ha sottolineato proprio Zambini – Noi ci troviamo a sfidare Falchi ed il suo gruppo gianassiano che hanno governato questa città per 10 anni. I sestesi devono decidere se preferiscono una restaurazione gianassiana o scegliere una nuova strada che è quella del dialogo, del confronto e del costruire insieme ai sestesi una soluzione ai problemi della città. Quest’ultimi sono tanti perchè accumulati negli ultimi 10-15 anni, vanno affrontati uno alla volta, con umiltà e la disponibilità del caso».
Falchi sogna il ribaltone «Abbiamo portato per la prima volta il Pd al ballottaggio e questa per noi è una prima vittoria -ha dichiarato Lorenzo Falchi, candidato della lista civica per Sesto e di Sinistra italiana, sostenuto dall’ex sindaco padre padrone della cittadina incastonata fra Firenze e Prato, Gianni Gianassi -. Qui decidono i sestesi, non Matteo Renzi. I risultati sono al di là delle nostre piu’ rosee aspettative. Noi al secondo turno cercheremo una sponda politica a tutti quei cittadini e quelle cittadine che come noi tengono alla difesa del territorio e alle questioni che sono state centrali durante il dibattito elettorale».
L’ago della bilancia Contrario alla costruzione della nuova pista dell’aeroporto e al nuovo inceneritore c’è a Sesto Fiorentino non solo Falchi, indietro di circa 5 punti rispetto a Zambini (32% per quest’ultimo, 27% per il primo) ma anche Maurizio Quercioli, sostenuto dalla lista di Rifondazione comunista, che ha ottenuto il 19,19% e che quindi ha un serbatoio di voti che in vista del ballottaggio del prossimo 19 giugno sembrano convogliare verso Falchi. «I voti per noi sono chiari, voti su un programma chiaro, contro l’inceneritore, l’aeroporto-ha sottolineato proprio Quercioli –. È chiaro che Falchi diceva in campagne elettorale ‘No all’inceneritore’. Se lo stesso Falchi firma un patto con noi e prosegue su questa linea, noi siamo disposti a dare una mano per la vittoria finale».