FIRENZE – Il Dantedì 2023 in Santa Croce mette in primo piano il racconto del legame indissolubile tra il complesso monumentale e il Sommo Poeta.
L’Opera di Santa Croce, per sabato 25 marzo, ha messo a punto un video che verrà pubblicato sul canale You Tube dove i mediatori culturali dell’Opera, che ogni giorno accolgono visitatori da tutto il mondo, sveleranno le tante e diverse presenze dantesche in basilica e nel cenacolo. Nella stessa giornata si svolgerà una visita speciale (i posti sono già tutti esauriti) sul rapporto tra Dante e il complesso monumentale, promossa nell’ambito del progetto di valorizzazione Scopri Santa Croce realizzato insieme e con il contributo di Fondazione CR Firenze.
Santa Croce, con il suo Cenotafio, simbolo ottocentesco della riconciliazione tra la città e il suo Poeta, è anche la porta d’ingresso virtuale verso i percorsi danteschi di Firenze e della Toscana. Il 25 marzo diventa quindi anche occasione per scoprire l’app In Toscana con Dante, scaricabile gratuitamente, con i suoi affascinanti percorsi culturali e turistici, urbani e regionali guidati dalle citazioni della Commedia. I percorsi, promossi insieme alla Regione Toscana, sono stati realizzati con la collaborazione di The Dante Society of America e New York University grazie ai programmi didattici elaborati con l’Opera.
Santa Croce ha davvero molto da raccontare a proposito di Dante e il video su You Tube lo metterà in evidenza: le visioni della Commedia si riflettono nell’iconografia dei grandi artisti, dall’Orcagna a Giotto, mentre il mito del Sommo poeta incontra quello dei grandi, da Michelangelo a Galieo.
Una delle prime opera d’arte che ha rappresentato l’Inferno nella visione della Commedia è sicuramente il gigantesco affresco dell’Orcagna, alto sette metri e lungo diciotto, che si trovava sulla parete destra della basilica. A metà Cinquecento la trasformazione attuata dal Vasari portò alla sua distruzione. Oggi, nel cenacolo, significativi frammenti, recuperati nei primi decenni del Novecento, permettono di riconoscere l’Inferno come montagna gigantesca con cinque cavità e di scoprire che l’Orcagna è tra i primi artisti a seguire la descrizione di Dante nella raffigurazione di Lucifero.
Santa Croce è anche una chiave di volta per capire meglio il rapporto tra Giotto e Dante. Ne è testimonianza eclatante il magnifico polittico della Cappella Baroncelli, un’iconografia complessa che rimanda al Canto XXXII del Paradiso, dove vengono descritti santi e angeli che assistono all’incoronazione della Vergine.
E non finisce qui. È ormai certo che nella formazione di Dante c’è stata la frequentazione dello studium e della biblioteca del convento francescano (anche da qui la centralità della figura del Poverello di Assisi nella Commedia), inoltre non è da escludere – il confronto tra gli esperti sul tema è aperto – che in Santa Croce abbia avuto sepoltura la stessa Beatrice, andata in sposa a messer Simone de’ Bardi (certamente sepolto in basilica), la cui famiglia commissionò a Giotto il ciclo di affreschi con le storie di san Francesco.