Si è conclusa a Grosseto la prima maxi udienza sul naufragio della Costa Concordia. Al Teatro Moderno non c’è stata la carica dei mille tanto attesa con poco più di cento tra naufraghi, avvocati e periti che sono intervenuti. Ma i primi verdetti del Gip Valeria Montesarchio parlano chiaro. Nella vicenda Concordia gli unici ad essere parte offesa dal reato sono i naufraghi, naturalmente e lo Stato nelle sue articolazioni di Ministero dell’ambiente e dei trasporti e Regione Toscana, Provincia di Grosseto e soprattutto Comune di Isola del Giglio.

Gli estromessi dall'incidente probatorio Sono stati quindi estromessi dall’incidente probatorio per la lettura della scatola nera tutte le associazioni ambientaliste e animaliste, quelle dei consumatori e i comitati di cittadini come Sos Concordia che si erano costituiti per l’occasione. Rimane in questa fase di indagine anche Costa Crociere, come parte offesa e responsabile civile che può nell'incidente probatorio esercitare la opponibilità. «Una decisione – ha commentato l’avvocato Alessandro Maria Lecci che insieme allo studio Pavia e Ansaldo difende il Comune di isola del Giglio – che fa chiarezza su chi, oltre ai naufraghi e ai parenti delle vittime è parte offesa dal reato, il Comune del Giglio in primo luogo che sta vivendo una vera e propria sciagura. Si tratta – ha aggiunto l’avvocato – di una presenza in questa fase di indagine istituzionale decisa insieme a ministeri, Regione e Provincia, ma il Comune rappresenta pienamente tutti i gigliesi. Non abbiamo indicato un perito perché ci fidiamo ciecamente della Procura».
 
I quesiti del Gip  Il quesito posto dal gip riguarda la dinamica del naufragio e le condotte degli indagati attraverso i dati del Vdr e dei dispositivi di bordo, ma anche la rotta, le carte nautiche, la conformità della progettazione della nave e le manovre del comandante prima e dopo l'urto. Da appurare anche le condizioni di manovrabilità della nave ed il sistema di rilevamento Ais, nonché la prevedibilità delle conseguenze dell'urto con il fondale. La prossima udienza è fissata per il 21 luglio quando i consulenti dovranno rispondere ai quesiti posti dal gip.

Costa al momento non ha responsabilità La Costa crociere Spa non ha responsabilità nè penali nè amministrative ai sensi della legge 231 per il naufragio della nave Costa Concordia, ha riferito l'avvocato della Compagnia Marco De Luca. De Luca lo ha detto specificando che «la stessa Procura di Grosseto ha escluso responsabilità penali della Compagnia Costa Crociere. La Compagnia – ha detto anche l'avvocato – si riconosce come responsabile civile».

Una nuova accusa per gli indagati Agli indagati è stato contestato un nuovo reato, quello ambientale.  Distruzione e deterioramento di habitat all'interno di un sito naturale protetto è quindi la nuova accusa che il procuratore Francesco Verusio ha contestato a Francesco Schettino e agli ufficiali a bordo della Costa Concordia. Il nuovo reato si aggiunge alle precedenti accuse formulate dagli inquirenti, a vario titolo, finora nel corso dell'inchiesta, e corrisponde all'articolo 733 bis del Codice penale, che prevede l'arresto fino a 18 mesi e con un'ammenda. La distruzione di habitat si aggiunge oggi alle altre accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio, lesioni, abbandono dei passeggeri e omesse comunicazioni alle autorità marittime. La novità ha suscitato sorpresa fra i difensori degli indagati.