Nello sport non si improvvisa nulla. Men che meno in una disciplina massacrante come la maratona. Daniele Meucci, pisano classe ’85, ha fatto il percorso comune a molti altri azzurri del passato – uno su tutti Stefano Baldini, oro olimpico ad Atene 2004 -: ha iniziato con il mezzofondo con una spiccata predilezione per i 10mila metri, dove ha conquistato due medaglie europee. Ma con il tempo è venuta fuori in lui la voglia di misurarsi con il fondo, con la strada. E la scelta ha pagato.
L’oro europeo Sul percorso degli Europei di Zurigo, con una salita capace di fare selezione come in una gara di ciclismo, Meucci ha atteso prima di sferrare l’attacco decisivo ai 35 km prima rimontando Chebowski e poi lasciandolo letteralmente sul posto. Le fatiche dei 10mila di 4 giorni prima non si sono fatte sentire e l’arrivo è stato trionfale. E torniamo al punto di partenza: nello sport non si improvvisa nulla. Meucci raccoglie i frutti di un allenamento durissimo a St. Moritz e votato all’obiettivo: vincere l’oro che mancava nella sua carriera. L’augurio è che sia solo l’inizio.