E’ stato il più giovane allenatore a vincere uno scudetto nel 1930 con l’Ambrosiana ma è stato sconfitto dalle leggi razziali e dall’antisemitismo che lo hanno portato a perdere la vita in una camera a gas nel 1944. E’ la storia di Arpad Weisz raccontata e strappata all’oblio da Matteo Marani, ex direttore del Guerin Sportivo e vicedirettore di Sky Sport, nel suo libro “Dallo scudetto ad Auschwitz. Storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo”. Il volume sarà presentato dall’autore giovedì 25 gennaio alle 17.30 nella Sala Tamagni di Palazzo Pratellesi a San Gimignano in occasione delle celebrazioni della giornata della memoria per un’iniziativa organizzata dal Comune di San Gimignano e dalla locale sezione Anpi in collaborazione con gli altri comuni della Valdelsa: Radicondoli, Poggibonsi, Colle Val d’Elsa e Casole d’Elsa.
Il libro L’ autore racconta le gesta che da allenatore portano l’ungherese Weisz a conquistare lo scudetto con l’Ambrosiana nel campionato 1929-30 quindi, dopo il quinquennio di successi toccati alla Juventus, ad aggiudicarsene due sulla panchina del Bologna nel 1935-36 e 1936-37. Ma il racconto dell’aspetto sportivo è solo “il primo tempo” della partita narrata dal libro. Il secondo tempo riguarda il dramma toccato alla famiglia Weisz, di origine ebraica, in seguito all’approvazione delle leggi razziali da parte del regime fascista. Arpad Weisz, insieme alla moglie e a due figli piccoli, è costretto a scappare trovando una nuova vita in Olanda dove non rinuncerà ad allenare una piccola squadra locale. Si tratta della penultima tappa di un viaggio che per la famiglia Weisz finisce tragicamente ad Auschwitz. Un libro che commuove e indigna, appassiona e sconcerta, che lega indissolubilmente calcio e storia nella contrapposizione dei valori dello sport con l’odio dell’antisemitismo.