La dg dell'Asl Toscana nord ovest

FIRENZE – Un altro stop per chi vorrebbe accedere al suicidio assistito. A farne le spese una 53enne toscana, che si è vista bloccare questa possibilità dall’Asl Toscana Nord Ovest.

A riferirlo l’associazione Coscioni che a fine giugno aveva già reso noto il caso spiegando che l’Azienda sanitaria aveva negato l’accesso alla morte assistita a seguito del rifiuto della donna di sottoporsi alla nutrizione artificiale con la Peg.

“Pretendono che io mi sottoponga a un trattamento sanitario invasivo contro la mia volontà per poi poterlo interrompere e ricorrere al suicidio assistito. Tutto questo è crudele e umiliante. Io, a oggi, voglio solo essere libera di scegliere come e quando morire. Perché non posso e non voglio continuare a vivere così. Perché questa non è assolutamente vita”, le parole della 53enne diffuse dall’associazione Coscioni la cui segretaria nazionale e coordinatrice del collegio legale della signora, avvocato Filomena Gallo, spiega: “Stiamo per attivare le vie giudiziarie per le responsabilità in capo all’Azienda sanitaria che ha deciso, contro il parere favorevole del Comitato per l’etica clinica, di non riconoscere la presenza del trattamento del sostegno vitale”.

E ancora: “Oggi in Toscana c’è una persona malata pienamente capace di autodeterminarsi, con sofferenze intollerabili determinate da una malattia irreversibile, che corre il rischio di una morte lenta e atroce dovuta a soffocamento ogni volta che mangia o beve e che invece vorrebbe solo morire senza sofferenze”.