“…Già rosseggiava l’Aurora ponendo in fuga le stelle quando laggiù vediamo delle oscure colline e bassa bassa a fior d’acqua l’Italia. Acate per primo urla a gran voce: “Italia!”; “Italia!” gridano lieti in segno di saluto i compagni festanti…” La leggenda vuole che Porto Badisco, nel Salento, sia stata la prima sponda adriatica toccata da Enea, nel suo viaggio in Italia, fuggendo da Troia. Quelle sponde tanto care a Virgilio che, in una sorta di ciclica storicità, hanno accolto venti anni fa il primo sbarco di profughi albanesi. Era il 7 marzo del 1991 quando l’Italia scoprì di essere una nuova terra promessa. In quella giornata approdarono nel porto di Brindisi, a bordo di navi mercantili, 27mila migranti che sfuggivano dalla crisi economica e dalla dittatura comunista in Albania. Un vero e proprio esodo, il primo verso l’Italia. Dopo ore di paura, si trovavano di fronte a un paese che gli apriva le porte con difficoltà. Un’accoglienza fredda per migliaia di persone che avevano bisogno di assistenza.

Quel marzo di 20 anni fa i pugliesi reagirono con grande umanità ad un evento che mise a dura prova istituzioni, forze dell’ordine e molti volontari. Ma l’Italia non era pronta ad accogliere un flusso migratorio così ampio. Mancavano le strutture dove portare i profughi. Scuole, parrocchie, centri sociali diventarono punti d’accoglienza. Oggi a distanza di venti anni la Lega Navale Italiana di Otranto, in collaborazione con il Comune di Otranto, ha deciso di ricordare con la “Regata rally Otranto Negroamaro Cup – Trofeo dell’amicizia” e un convegno – “Otranto – Albania, vent’anni dopo. Un ponte costruito sull’esperienza del passato, le prospettive per il futuro, l’amicizia tra i due popoli” – quell’evento in cui i destini di albanesi e italiani si incrociarono sulle rive del mediterraneo e che ha inciso in modo fondamentale sulla società italiana. L’attività sportiva, così, è stata affiancata (dal 31 agosto al 3 settembre) da appuntamenti che sono di memoria di quel periodo ed hanno un occhio verso il futuro delle relazioni con l’altra sponda del Canale. Eventi che si sono susseguiti con la partecipazione del sindaco di Otranto Luciano Cariddi, del Vice Ministro agli Esteri del Governo albanese Selim Belortaja, del sindaco dell’epoca di Valona Agim Kadiu, di Salvatore Miggiano rappresentante dell’amministrazione di Otranto del 1991 e del Ministro Raffaele Fitto, che da consigliere regionale, si occupò di quell’emergenza in stretto contatto con l’ambasciatore Paolo Foresti che rappresentava l’Italia a Tirana.

La regata – La regata è partita dalle acque di Otranto per un percorso d’altura di circa 42 miglia marine, con arrivo nelle acque antistanti il porto di Orikum (Albania). L’arrivo si è ultimato a circa nove ore dalla partenza. Tra le barche partecipanti, Rosalmar, un 12 metri con equipaggio della Casa famiglia L’Aquilone di Galatina che si è già distinto nella Otranto Corfù conquistando la piazza d’onore.


Il convegno – Ma la ricorrenza è stata anche motivo di approfondimento sulle relazioni passate e sui possibili rapporti di collaborazione tra le due sponde del Canale con il convegno “Otranto – Albania, vent’anni dopo. Un ponte costruito sull’esperienza del passato, le prospettive per il futuro, l’amicizia tra i due popoli”, al quale sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Forgione, presidente della sezione di Otranto Lega Navale Italiana; Luciano Cariddi, Sindaco di Otranto e Andrea Retucci, delegato regionale Lni. Relatori del meeting, anche Selim Belortaja, vice ministro degli esteri del Governo d’Albania, l’on. Agim Kadiu, sindaco di Valona nel 1991 e l’ambasciatore Paolo Foresti, rappresentante del Governo italiano in Albania nel 1991. Vent’anni dopo, in un momento in cui umanità e socialità sembrano cedere il passo, la Puglia, oggi come allora, ha deciso di ricordare e lo ha fatto nel miglior modo possibile puntando sul valore universale sancito dall’Unione Europea, quello dell’amicizia e della fratellanza tra i popoli.


Cristiano Pellegrini