Un festival dedicato agli operai della Smith, per condividere, rilanciare e dare risonanza mediatica alla causa della loro strenua lotta per il lavoro. E’stato presentato questa mattina nella sede della Regione Toscana di Palazzo Sacrati Strozzi l’edizione 2015 di VolterraTeatro, festival internazionale di teatro, musica, danza, video, poesia, arte e cultura diretto da Armando Punzo, che giunge alla sua ventinovesima edizione e che va in scena dal 20 al 26 luglio prossimi nei comuni di Volterra, Pomarance, Castelnuovo, Val di Cecina, Montecatini val di Cecina.
In scena gli operai della Smith «La dedica del Festival agli operai della Smith è un porre l’accento su una vicenda penosa, terribile – ha spiegato il direttore artistico Punzo – Alcuni di loro parteciperanno allo spettacolo degli Archivio Zeta e daranno con la rappresentazione del Pilade di Pasolini un senso della loro condizione di difficoltà lavorativa. Questo è il tentativo di mettere in mostra un teatro radicato sul territorio che non dimentica ma anzi pone l’accento sulle difficoltà che incontra in questo duro periodo di crisi economica».
La città sospesa Tra gli artisti ospiti del Festival, Compagnia della Fortezza, Archivio Zeta, Aniello Arena, Fanny and Alexander, Mariangela Gualtieri/Teatro Valdoca, ma anche Officine Papage, Mario Francesconi e Giacomo Trinci. Il titolo del festival sarà ‘La città sospesa’, una città laboratorio in cui gli spettatori, sotto la guida di grandi maestri, sperimentano in prima persona il gesto del sospendersi dal frastuono della contingenza, l’arte del togliersi dalla scena della vita ordinaria, per collocarsi in un’altra scena.
Punzo: «Un festival in cui il teatro va incontro alle persone» «Siamo alla soglia della trentesima edizione e siamo ad un’edizione particolare perché è dedicata al tema della sospensione, quindi questo luogo, anche metaforico, dove si può creare, pensare e riflettere su noi stessi – ha aggiunto Punzo – Luoghi meravigliosi intorno a Volterra che non saranno luoghi tradizionali per il teatro perché saremmo in campagna, nella Salina di Volterra ma anche nel carcere di Volterra, o alla Badia Camaldolese, cioè luoghi da vedere e da scoprire. L’idea di questo Festival è che è il teatro non è rinchiuso nei luoghi tradizionali ma che va incontro alle persone. Ci sono produzioni, come quella di Archivio zeta, con non attori non professionisti e che coinvolgeranno operai della Smith ma anche tante persone, normali cittadini di Volterra. Saranno fatti laboratori con persone del luogo che metteranno in scena spettacoli. Ci teniamo molto a me ad organizzare questi spettacoli durante il periodo estivo perché vogliamo far capire come questi mesi magari di meno lavoro possono essere sfruttati per un recupero dei valori e del senso culturale della vita ed anche per incontrare la cultura e ripensarsi. Noi siamo un Festival storico della regione e ci auguriamo di crescere ulteriormente dopo quasi 30 anni di storia grazie anche agli enti che lo finanziano».
Rossi: «Per i cittadini un segnale di riscoperta dei luoghi e soprattutto della territorialità» «Teniamo molto a questo festival perché oltre che essere un appuntamento tradizionale della regione, è un’occasione di confronto con l’ambito culturale più puro – ha detto il governatore della Toscana Enrico Rossi – Dobbiamo continuare a creare occasioni come queste perché credo che ai cittadini vadano dati segnali dall’ambito istituzionale di riscoperta dei luoghi e soprattutto della territorialità. Abbiamo un impegno di potenziare questi tipi di eventi e farò tutto il possibile per venire ad uno dei laboratori anche per capire come nascono e come si sviluppa il discorso dell’insegnamento teatrale, che mi affascina molto anche a titolo personale».