Un futuro da resort di pregio per il vecchio ospedale e ancor prima trecentesco monastero camaldolese, di Luco del Mugello, nel comune di Borgo San Lorenzo (Firenze). Un complesso enorme, ospedale dal 1871 e da venti anni inutilizzato, in evidente e crescente stato di abbandono. Il vecchio “convento delle contesse di Luco” potrebbe infatti diventare un accogliente albergo, un po’ come è accaduto in Spagna a tanti palazzi e castelli in rovina trasformati negli anni Cinquanta in “parador”. Gli ingredienti ci sono tutti, compresa la vicinanza dell’autodromo del Mugello e i clienti che potrebbero arrivare anche dal circo dei motori.

L’iter Il primo passo perché ciò avvenga è «trovare qualcuno che creda nel progetto e che acquisti l’immobile o che comunque ci investa» spiega l’assessore al bilancio della Toscana, Riccardo Nencini. Un acquirente infatti ancora manca: la Regione si rivolgerà al mercato, con un avviso pubblico, dopo il cambio di destinazione. Ma la scelta è fatta e la giunta regionale ha avviato lunedì l’iter per il cambio di destinazione urbanistica dell’immobile, da sanitaria a turistico-ricettiva, approfittando della procedura semplificata possibile per le proprietà pubbliche attraverso programmi unitari di valorizzazione. Entro qualche mese sarà così firmato con il comune di Borgo San Lorenzo l’accordo di programma, dopodiché al massimo entro 120 giorni – per l’inizio dell’estate – la variante urbanistica potrà dirsi approvata. Con il cambio di destinazione d’uso la Regione spera infatti di poter rendere più appetibile il bene, che già figura tra le proprietà alienabili, trovare così più facilmente acquirenti e recuperare almeno 3 milioni di euro o forse qualcosa in più: in ogni caso almeno i 2 milioni e 500 mila euro spesi qualche anno fa per acquistare dalla Asl lo stabile, quando il mercato immobiliare viaggiava su ben altre cifre e l’Università di Firenze era interessata a realizzarci un polo decentrato di agraria e zootecnia. Poi l’Università fece retromarcia ed altre idee si sono fatte avanti: da un centro congresso ad un convitto per studenti, da uno spazio dove poter valorizzare la gastronomia locale e la filiera corta ad una scuola di cucina o una struttura per l’infanzia e l’adolescenza. Alla fine ha avuto la meglio la vocazione turistico-ricettiva, valutata dall’Irpet, l’istituto di programmazione economica della Toscana a cui la Regione aveva affidato uno studio, come la via più conveniente.

Il bando per la vendita La vendita dell’immobile rimane la prima scelta. Come è già accaduto per altri immobili dismessi dalla Regione ciò accadrà attraverso un’asta pubblica. Il bando potrebbe uscire alla fine del prossimo anno, completate le necessarie procedure di stima. In alternativa potrebbe però essere presa in considerazione anche l’ipotesi di un affidamento in concessione.
 

Articolo precedenteMaltempo al Giglio, domani incontro sul rischio idrogeologico
Articolo successivoIlaria del Carretto, in una cappella di Lucca ritrovati i resti della nobildonna ligure