Sorrentino è un maestro, e ha interpretato un sentimento diffuso, lanciando insieme un appello, riguardo a noi stessi, italiani, dentro la nostra nazione. Peccato che tutti sappiamo di poggiare i piedi sulla "Grande Bellezza", che va oltre l'arte e il valore materiale, ma nessuno riesce a fare una proposta per difendere, questa grandezza.
Difendere, per non parlare di "proseguire" nell'opera, ritenendoci inferiori infinitamente ai nostri Padri.
E mentre l'Italia vince gli Oscar, e si celebra la nostra bellezza in tutto il mondo, vanno in rovina monumenti, chiese, resti archeologici, paesaggi da sogno. Eppure la grande bellezza è sì un dono di Dio, ma in senso metafisico. Prima che nascere nella natura, infatti, nasce dentro l'animo umano. Solo grandi uomini producono la Grande Bellezza, e noi stiamo diventando piccoli, gobbi, incurvandoci in un qualcosa che è il risultato di una cultura nichilista e che si compiace del minimalismo.
Solo chi vola alto può afferrare la grande bellezza, può capirla, può piangere per essa. Quell'uomo la può ricreare, farla rinascere e rivivere. Nel nostro dna c'è tantissimo, e abbiamo tutte le carte in regola per tornare a essere i maestri del bello nel mondo. Ma dobbiamo prima tornare a essere…noi stessi. A essere italiani, che si amano, che amano se stessi. Dal dopoguerra ai primi anni duemila, abbiamo assistito a continui attacchi, culturali e politici, che hanno lentamente scardinato il nostro essere noi stessi. Ovvero Italiani con quanto ci caratterizza, a partire dal nostro stile architettonico, che si è impreziosito nei secoli, frutto di cultura e civiltà millenarie, di radici cristiane, erede di Imperi e Regni. In Italia nascono i Comuni, la prima libertà nella gestione della cosa pubblica. E quindi i Palazzi Civici, le piazze Pubbliche, le passeggiate romantiche, le Chiese con i portici. Le generazioni del dopoguerra hanno scambiato tutto questo con l'omologazione del cemento, con le case-alveare, riproducento l'omologazione dei paesi che non avevano radici in Italia. Come se il professore andasse a scuola dallo studente. Questa mentalità ha permeato intere generazioni, si è annidata dentro anche molti architetti sacri (vedi le chiese moderne, e il perchè sono così brutte e poco pie) ha trasversalmente colpito professionisti, politici, imprenditori, e pure artisti. Eppure oggi, qualcosa sta cambiando. Sentiamo, diffusa, una certa "nostalgia" di quel che eravamo. E, pensando a noi, a casa nostra, torniamo con la mente ai nostri centri storici, pensiamo al nostro vecchio campanile, alla passeggiata "tra le bozze". La Grande Bellezza c'è ancora…dobbiamo reimparare ad amarla.
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