Una rassegna fotografica di alcuni degli esterni di abitazioni ormai divenute famose alla cronaca per essere state teatro di omicidi e degli interni di alcune carceri italiane, unite ad una giornata di convegno che analizzerà come gli istituti penitenziari procedono all’applicazione delle pene giudiziarie. Un incontro strano, così come può essere quello tra arte e giustizia. Sarà inaugurata domani, 5 marzo, a Pelago, negli spazi della Fondazione Lanfranco Baldi, la mostra “Dei delitti e delle pene”, curata da Pierluigi Tazzi, Presidente della Fondazione. Saranno esposte le immagini realizzare dall’avvocato penalista/artista Alessandro Mencarelli, e dal “duo” Fulvio Guerrieri e Paola Dallavalle. L’inaugurazione della mostra, in programma sabato 5 marzo alle ore 18 presso la Fondazione Lanfranco Baldi di Pelago, sarà preceduta da una giornata di dibattito (dalle ore 11 alle ore 17) sulla situazione delle carceri italiane, presso la Sala Consiliare del Comune di Pelago.
Nella foto la villetta di Cogne
La mostra – La mostra è in programma presso la sede Fondazione Lanfranco Baldi onlus (piazza Ghiberti 34, Pelago) – da tempo attiva nell’ambito dell’arte contemporanea – dal 5 marzo al 23 aprile 2011. La prima parte dell’esibizione sarà composta dalle immagini di Alessandro Mencarelli, avvocato penalista che da anni unisce la sua professione alla passione per la fotografia. Oggetto dell’obiettivo di Mencarelli sono i dettagli di interni delle carceri immortalati dal penalista nei momenti d’attesa prima incontrare i suoi assistiti per il colloquio.
Le foto – “Nelle mie foto – ha spiegato l’avvocato penalista/artista Alessandro Mencarelli – ho ritratto i momenti di attesa prima del colloquio con i miei assistiti, andando a cercare i dettagli. Il carcere, infatti, è luogo di attesa”. Lo stesso Mencarelli ha poi spiegato come, nella sua esperienza, abbia potuto constatare “l’abisso che separa i diritti sanciti dalla Costituzione e la realtà odierna delle carceri italiane. Ci sono casi-limite dove in una cella vivono sei persone in stanze di tre metri per quattro”.Per quanto concerne Guerrieri e Dallavalle invece gli scatti ritraggono le abitazioni in cui sono avvenuti alcuni tragici omicidi negli ultimi anni della cronaca nera italiana: un viaggio dove Cogne equivale a Montecchio di Crosara, Garlasco a Limidi di Soliera, Compignano a Novi Ligure o a Brescia. L’immagine dell’orrore infatti non è più il funereo castello di Dracula, con le porte che cigolano e il servitore col candeliere tremolante in mano; ma bensì un esterno “nulla di speciale” che si sostanzia nell’ “agghiacciante normalità” da cui pare assediata la nostra vita contemporanea.
Nella foto la casa di Garlasco
Il convegno – In concomitanza con l’inaugurazione della mostra è stato organizzato un convegno con il patrocinio delle Camere Penali di Firenze, Prato e Pistoia, dal titolo “247 anni dopo”, a cui parteciperanno figure diverse del mondo della “giustizia” con un duplice intento: da un lato creare un momento di incontro fra due mondi spesso separati ed estranei, quello della “giustizia” e quello dell’arte, in modo che operatori della giustizia e artisti possano incontrarsi, stare insieme e dialogare; dall’altro lato fare il punto, in termini certamente approssimativi ma non per questo meno appassionati, sullo stato presente della espiazione e quindi della condizione carceraria in Italia, anche alla luce agli ideali illuministi di Cesare Beccaria. Tra i relatori presenti il prof. Roberto Bartoli, docente di Diritto Penale dell’Università Firenze, il prof. Emilio Santoro, docente di sociologia del diritto, Università di Firenze, il dott. Alessandro Margara, Presidente Fondazione Michelucci, dott.ssa Lucia Castellano, Direttrice del carcere di Bollate (MI), l’avv. Michele Passione, membro del Direttivo della Camera Penale di Firenze e dell’Osservatorio Carceri dell’Unione delle Camere Penali Italiane.
Firenze