«Una partita dai due volti. Buona ma con qualche ingenuità nella prima metà poi, come è salita la fisicità del Maccabi Haifa, non siamo riusciti ad opporci in maniera adeguata». Con queste parole il coach della Mens Sana Siena, MarcoCrespi, ha analizzato la pesante sconfitta della Montepaschi nel terzo turno delle Last 32 di Eurocup, dove i biancoverdi hanno riportato un pesante ko: 86-66, sul parquet israeliano. Un’analisi impietosa ma obiettiva che mette ancora una volta in luce il momento no del team senese (nel 2014 il biancio è una vittoria e cinque sconfitte tra campionato e coppa), ancora a secco di vittorie nella seconda competizione europea di pallacanestro, e con speranze di passaggio del turno ridotte al minimo. Ad Haifa, un vero e proprio crollo per la Mens Sana che vanifica una buona prima parte di partita: alle prime difficoltà infatti, i bianco verdi si sono come disciolti, tra errori gratuiti e banali in attacco così come in difesa, che hanno lasciato ampi spazi all’allungo del Maccabi culminato con il +20 finale.
Il ko di Haifa La matematica ancora non condanna la squadra di Crespi: la Mens Sana può ancora qualificarsi se vince le restanti tre partite del gruppo K e il Maccabi ne perde altrettante. L’impresa sembra però decisamente complessa, ai limiti dell’impossibile. Insomma, il cammino europeo della Montepaschi sembra compromesso ma nello sport mai dire mai. E, soprattutto, vietato assolutamente lanciare il cappello per aria troppo presto. Vietato mollare la presa su una partita (come su una stagione), specie dal punto di visto mentale, come invece hanno fatto i giocatori in maglia biancoverde ad Haifa: ne è uscita la peggiore prestazione stagionale della Montepaschi che ha tratti è sembrata smarrita e indecisa su qualsiasi cosa da fare in campo. Anche nelle cose più elementari.
Il momento no della Mens Sana Cosa manca alla Mens Sana? Un leader tecnico e morale quale era Daniel Hackett, prima che il giocatore si trasferisse a Milano. Potenzialmente potrebbe svolgere questo ruolo Marquez Haines, arrivato a Siena dallo stesso capoluogo lombardo dopo la partenza del numero 23, ma ancora il play americano non sembra inserito al meglio nello scacchiere tattico mensanino. E, soprattutto, ancora non riesce a mettere in ritmo i compagni in attacco. Il riferimento va soprattutto a Carter, Hunter e Green che hanno sì del talento e delle discrete potenzialità ma che, se non innescati con i tempi e ritmi giusti, vanno troppo ad intermittenza senza incidere sulle partite. Lo stesso si può dire per Viggiano, Ortner e Janning (anche se quest’ultimo non era presente in Israele per un infortunio muscolare che lo terrà ai box per circa 10 giorni). La trasferta di Haifa, poi, era l’ultima partita di una serie di quattro partite consecutive giocate lontano da Siena. Il che significa viaggi lunghi e logoranti, spostamenti continui e poco tempo per allenarsi. Questa componente, il tempo, è forse quella che manca di più questo momento della stagione a Crespi e al suo staff. Occorre trovare una nuova alchimia di squadra, nuove gerarchie e, più in generale, una nuova identità. Adesso i biancoverdi staranno per una settimana a Siena dove tutti si augurano che le ore spese sul parquet sia tante e proficue per un gruppo di giocatori non vede concretizzarsi i frutti dello sforzo profuso in campo. Domenica intanto, al PalaEstra, arriva Reggio Emilia dell’amatissimo ex Rimantas Kaukenas e tra sette giorni l’ultima chiamata per il treno europeo: ancora contro il Maccabi Haifa in un match che, per quanto visto in Israele, sa tanto di rivincita sin da subito.